Londra – Il consigliere e capogruppo dell’Idv nel Consiglio Regionale dell’Abruzzo, Carlo Costantini, ha proposta una risoluzione per bloccare il progetto di estrazione di petrolio “Ombrina Mare”.
Vediamo di cosa si tratta.
Ombrina Mare, è la concessione di coltivazione B.R269.GC data dal Ministero dello Svilupo Economico alla società Medoilgas. La Medoilgas Italia Spa è una società di esplorazione e produzione di idrocarburi, parte del gruppo Mediterranean Oil & Gas plc, quotato alla Borsa di Londra.
Le attività del Gruppo sono concentrate nel Bacino del Mediterraneo. Più in particolare, Medoilgas, è attiva nell’esplorazione e nella produzione di idrocarburi liquidi e gassosi sul territorio italiano, e, attraverso le consociate Malta Oil Pty Ltd e Phoenicia Energy Company Ltd., nell’area del Mediterraneo.
Detto questo, l’investimento inizia nel 2005 (8 anni fa) e nel 2010 il progetto ha subito uno stop per gli effetti del decreto legislativo 128/2010 che sull’onda emotiva dell’incidente della piattaforma Deep Water Horizon nel Golfo del Messico ne ha bloccato lo sviluppo.
Con il Decreto Sviluppo recentemente approvato l’attività di Ombrina Mare può riprendere, ma riprendono, legittimamente, le contestazioni.
Tutte però animate da scopi personalistici ed elettorali.
Il progetto Ombrina Mare prevede la coltivazione ed un centro di primo trattamento degli idrocarburi a largo della città di Ortona. Il giacimento petrolifero si trova a oltre 6 km dalla costa (4 miglia nautiche). I numeri sono quelli di un progetto che vale la pena di essere sviluppato a dispetto delle tante critiche che gli vengono mosse. Si tratta, infatti, di un giacimento particolarmente ricco e promettente. Le riserve petrolifere recuperabili stimate sono di circa 40 milioni di barili, mentre quelle di gas naturale ammontano a circa 200 milioni di metri cubi. L’azienda stima una capacità produttiva con picchi di produzione che possono arrivare a 5000 – 10000 barili al giorno (da 2 a 4 Milioni di barili/anno), per una durata dell’attività estrattiva di circa 25 – 27 anni.
L’investimento già effettuato è di 23 milioni di euro. Quello previsto che rende il progetto assolutamente di tutto rispetto: 250 milioni di euro per la costruzione e l’installazione di una piattaforma di produzione ed il posizionamento ad oltre 10 km dalla costa di una nave per lo stoccaggio del greggio.
L’impatto socio-economico e fiscale della fase produttiva di Ombrina Mare prevede:
– almeno 200 posti di lavoro;
– Royalties per circa 100 milioni di euro ( il 55% andrebbero alla Regione Abruzzo);
– 650 milioni di euro derivanti da introiti fiscali;
– per un fatturato di oltre 100 milioni di euro 4 milioni di euro vanno per il porto di Ortona
Capisco la campagna elettorale, la voglia di visibilità, ma non capisco il rifiutare opportunità di lavoro r di sviluppo per le popolazioni.
Uscire dalla crisi si può. Basta volerlo. Un Paese, i cui indici pubblicati proprio oggi dall’Ista, lo danno in declino inarrestabile deve, uso il verbo “deve” usare tutti i mezzi che permettono da un lato di fare cassa, dall’altro risparmiare ed investire, in questo caso risparmiare la bolletta energetica che si paga all’estero e produrre dal suo interno energia.
Poi non ci lamentiamo, politici per primi, degli scarsi o assenti investimenti in Italia.
Riccardo Cacelli
Cacelli Management & Consulting Ltd