“In Campania, una regione sempre al centro dell’attenzione per problematiche quali quelle dell’immondizia o della disoccupazione, è impensabile imporre una tassa d’ingresso ad una spiaggia. In questo modo non si fa altro che danneggiare il settore turistico, allontanando esponenziali clienti”. Ha commentato così Antonio D’Auria, responsabile per la Campania del movimento Italia dei Diritti, le proteste avanzate dagli operatori balneari e commerciali di Miseno e Miliscola (Bacoli), che hanno presidiato di prima mattina i punti di riscossione dell’imposta d’ingresso alle spiagge per i non residenti. Le forze di polizia, giunte sui due punti di riscossione, hanno fatto prevalere una ragione d’ordine pubblico e pertanto sono state costrette a garantire l’accesso libero. Già da domani la tassa dovrebbe tornare ad essere riscossa, essendo in vigore in maniera ininterrotta fino al 20 agosto, ma in attesa del vertice convocato in Prefettura per discutere della questione, nonostante l’opposizione del sindaco dimissionario, Antonio Coppola, gli operatori commerciali sperano di rilanciare l’economia turistica. “Oltre al fatto che chiunque dovrebbe avere il diritto di accesso ad una spiaggia, – ha continuato l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – c’è da considerare l’inquinamento del mare dovuto al blocco nei giorni scorsi del depuratore di Cuma. Quindi, bisogna pagare per accedere in una zona, dove non si conosce neanche il livello di balneabilità. L’Italia dei Diritti appoggia le proteste contro il ticket, auspicando che chi di dovere si renda conto dell’insostenibilità della situazione e voglia contribuire alla ripresa economica e lavorativa di una regione già in grosse difficoltà”