Londra – A fare espressa richiesta di uno slittamento nel pagamento delle tasse, il cui termine scadrà il 30 settembre, è stato il Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani.
Si è rivolto al Governo, il cui Consiglio dei Ministri si riunirà in data 24 agosto, per far presente l’ attuale situazione di disagio caratterizzante ancora un consistente numero di famiglie ed Imprese di questo martoriato territorio, a causa del terremoto.
Errani ha fatto ricorso al termine “equità”, in riferimento alla necessità che si tenga conto della non possibilità di pagare l’ IMU, allo stesso modo di altre realtà, da parte di nuclei familiari che a tutt’oggi non hanno la casa agibile e di imprenditori le cui Aziende non sono state ricostruite o che di fatto non producono nulla.
Chiedere loro di corrispondere quanto dovuto come se nulla fosse, a detta del Presidente della Regione Emilia Romagna sarebbe oltremodo ingiusto. Le sue considerazioni, inoltre, partono dalla consapevolezza che questo territorio non ha mai chiesto assistenza e in Italia si è sempre distinta per il suo panorama di grande produttività e virtuosità. Senza contare, tiene a sottolineare Errani, che la soluzione positiva della questione avrà un riscontro diretto sul Paese nel suo complesso, pertanto bisogna agire nel suo interesse.
Secondo la CGIL, poi, non solo sarebbe auspicabile una proroga nei pagamenti, ma anche una forma di rateizzazione che venga incontro ai lavoratori, le cui buste paga potrebbero subire danni insostenibili allo stato attuale, con la non remota probabilità di essere azzerate.
Luana Cinti, esponente dell’ Italia Dei Diritti per l’ Emilia Romagna dichiara: ” Come non accogliere la legittima e accorata richiesta di questa Regione così gravemente colpita, e della quale Vasco Errani si è fatto portavoce ufficiale. Consideriamo innanzitutto la condizione di precarietà che diverse famiglie continuano a vivere sulla propria pelle, in una fase che per molti è di lenta rinascita, ma per altri resta sostanzialmente invariata. Ci sono case mai ricostruite e assolutamente inagibili, così come capannoni industriali interamente da ricostruire o definitivamente abbandonati che da tre mesi a questa parte hanno smesso di essere nuclei produttivi, pertanto non in grado di fruttare alcunchè. E’ assolutamente necessario che si valuti con cura la situazione nell’ ambito del Consiglio dei Ministri, poichè quello del pagamento dell’ IMU con eventuale proroga, non è che uno dei delicati aspetti su cui focalizzare l’ attenzione, e che di fatto rappresenta un enorme problema per la comunità emiliana nelle singole località. Basti pensare agli edifici scolastici gravemente danneggiati, per i quali è in atto una vera corsa contro il tempo per tentare di ricostruire nel miglior modo possibile garantendo agli studenti la possibilità di ricominciare a frequentare i corsi in tempi utili, e ai servizi al cittadino tutt’ora prestati all’interno di strutture temporanee. Il decreto sulla spending review, divenuto da poco legge statale, dovrebbe tener conto in maniera attenta e capillare delle strategie più efficaci e dei luoghi cui efficacemente attingere per contrastare la crisi recuperarando introiti al fine di evitare ulteriori aumenti dell’ IVA, in un momento storico nel quale l’ onesto cittadino, sia esso lavoratore, studente universitario o pensionato, non si augura di certo un ulteriore incremento delle tasse, finora percepite e risultate poco eque. L’ Emilia Romagna è una realtà sulla quale persistere nel concentrare le priorità di intervento da parte del Governo, con l’intenzione di contribuire concretamente, e in pieno accordo con le Amministrazioni locali, al recupero di una situazione di normalità e ripristino delle attività per tutti coloro che da protagonisti hanno vissuto il dramma del sisma, anche a costo di accettare di posticipare l’incasso dell’ IMU. Non si può accettare che ancora una volta si debba prendere atto del danno accompagnato dalla beffa, con la collettività coinvolta che si dedica a preoccupanti appelli per chiedere aiuto alle Istituzioni. Se si parla tanto di tagli agli sprechi e revisione della spesa pubblica, bisogna convenire che sarebbe più opportuno correggere il tiro, agendo con coraggio laddove sarebbe più giusto ed immediato il proficuo riscontro economico”.