Sono oltre quattrocento i residenti di Riano che potrebbero presto venire sgombrati dalle rispettive 117 abitazioni, a causa del sequestro disposto dall’autorità giudiziaria per lottizzazione abusiva. Quattrocento persone che corrono il rischio di perdere la propria casa per la sola colpa di averla acquistata fidandosi delle licenze rilasciate dal Comune, dei periti delle banche che hanno acceso i mutui e dei notai che hanno siglato i rogiti per l’acquisizione degli immobili. A nulla è valso il ricorso avviato al Tribunale del Riesame e alla Corte di Cassazione dalle oltre cento famiglie coinvolte in questo scandalo, che lo hanno visto in entrambi i casi venire respinto. Lo sgombero ormai è alle porte. Il reato contestato dal pm Luca Ramacci è quello di lottizzazione abusiva perché quei terreni hanno destinazione agricola e non residenziale. Gli indagati sono 193: i proprietari, i costruttori e il funzionario comunale che ha concesso i permessi. Ma a pagarne le conseguenze più pesanti sono le famiglie in cui vivono anche molti bambini, anziani e malati. Intanto il sindaco Nicola Regano mette le mani avanti e lamenta il fatto che non saprebbe come e dove accogliere così tante persone.
L’episodio ha suscitato lo sdegno dell’Italia dei Diritti, che nelle persone del responsabile per il Lazio Vittorio Marinelli e di quello per Case ed Edilizia Privata Maurizio Ferraioli intende manifestare la propria solidarietà alle famiglie coinvolte in questo dramma.
I responsabili, secondo Vittorio Marinelli, sono individuabili in tutte le parti coinvolte nel caso: Comune, banche e notai; soggetti che l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro considera “tra i più ricchi dell’economia italiana”. “Le banche – spiega -, grazie anche agli ultimi incestuosi matrimoni con le varie assicurazioni e le più sbagliate imprese, hanno la possibilità di impostare le politiche non solo nazionali ma addirittura globali, per cui è un lontano ricordo quando si recavano col cappello in mano al capezzale di Agnelli, essendosi ribaltati del tutto i ruoli. I grandi costruttori, dal canto loro, decidono ormai lo strumento urbanistico che ha sostituito definitivamente gli antichi piani regolatori con l’assalto selvaggio, nella nostra regione, all’agro romano, di modo che i proventi sono inimmaginabili. I notai, per finire, vivono pressoché di rendita accusando una media procapite di oltre 400.000 euro annui in danno del consumatore”.
“Sento il bisogno di esprimere tutta la mia vicinanza alle oltre quattrocento persone che potrebbero essere costrette a lasciare le proprie abitazioni, peraltro pagate con mutui”, ha aggiunto Ferraioli. “Se, come sembra, non ci sono difetti nella costruzione che potrebbero costituire un pericolo per l’incolumità degli occupanti – continua – invitiamo la magistratura a sospendere l’esecuzione dello sfratto. Il Comune, nella persona di un suo funzionario, ha rilasciato la concessione, perciò a lui si deve questa situazione. Come vige nelle aziende private, se un proprio dipendente commette degli abusi ne risponde l’azienda stessa. Spero quindi che il Comune si faccia carico del problema, anche dal punto di vista finanziario”.