Da mercoledì 1 febbraio a domenica 11 marzo, alla sala esposizioni dell’Instituto Cervantes di Roma (piazza Navona, 91), si tiene la mostra “Tina Modotti: un nuovo sguardo”, organizzata dall’Ambasciata del Messico in Italia in collaborazione con l’Instituto Cervantes di Roma. Una selezione di 26 fotografie scattate tra il 1923 e il 1927 che ci pone di fronte a immagini innovative e semplici. Un riflesso sensibile di tutte quelle cose che, radicate nel quotidiano, non ci sembrano degne di ammirazione e invece rappresentano l’essenza della vita.
D’indole ribelle, proletaria per nascita, Tina Modotti appartiene a quella generazione di artisti che hanno intrecciato i fili dell’impegno sociale alle cause che, nella prima metà del XX secolo, hanno condotto a nuovi modi di intendere la ragion d’essere dell’uomo contemporaneo. Attrice di teatro e cinema, fotografa, rivoluzionaria, pasionaria perseguitata, musa di grandi artisti come Neruda e Alberti, modella di Rivera e Siqueiros, figura controversa dai molti nomi e dalle molte vite, la Modotti ha avuto una grande vera passione: la fotografia. Prima messa al servizio degli ideali sociali e poi sacrificata per la lotta politica, rivelatasi quando aveva vent’anni grazie a Edward Weston, il maggior fotografo dell’epoca che l’amò e ne fece la sua musa. Una donna dalla vita intensa e scandalosa per il costume dell’epoca, in largo anticipo sui tempi. È stata il simbolo della nuova condizione femminile del Novecento, sulla strada dell’emancipazione e della liberazione sessuale. Di recente la sua figura è stata sempre più spesso al centro dell’interesse sia degli studiosi che del vasto pubblico degli appassionati non solo in Italia, dopo anni di oblio.
Al vernissage – in programma mercoledì 1 febbraio (ore 19) – interverranno l’Ambasciatore del Messico in Italia Miguel Ruiz-Cabañas Izquierdo, lo scrittore e sceneggiatore Pino Cacucci (autore della biografia romanzata “Tina”), l’artista Franco Del Zotto e Mario García de Castro, direttore dell’Instituto Cervantes di Roma. A seguire si terrà la proiezione di “Tinissima. Il dogma e la passione”, documentario di Laura Martínez Diaz – presentato in anteprima lo scorso aprile a Città del Messico – che racconta cronologicamente l’esperienza personale e artistica della fotografa fino al momento in cui lascia l’Italia. Ma il documentario racconta anche del periodo californiano, con un focus sui film che l’hanno vista protagonista nella Hollywood dell’epoca, e una ricostruzione con materiale d’archivio del periodo messicano.
Parallelamente si tiene ogni venerdì alle ore 19, dal 3 febbraio al 9 marzo, il ciclo “La rivoluzione messicana nel cinema”, con la proiezione di sei pellicole: “La Negra Angustias” di Matilde Landeta (1949), “Ora sí ¡tenemos que ganar!” di Raul Kamffer (1978), “Vámonos con Pancho Villa” di Fernando de Fuentes (1935), “María Candelaria” di Emilio Fernández (1943), “La Rosa Blanca” di Roberta Gavaldon (1961) e “La sombra del Caudillo” di Julio Bracho (1960).
Inoltre, martedì 7 febbraio si terrà la conferenza “Il fotogiornalismo: da Tina Modotti al giornalismo 2.0” con interventi del giornalista spagnolo Javier Bauluz (premio Pulitzer nel 1995) e di Andrea Attardi, titolare della cattedra di fotografia all’Accademia delle Belle Arti di Roma, che discuteranno dell’influenza della fotografia sui mezzi di comunicazione del XXI secolo.
Tutti gli eventi in programma sono a ingresso gratuito.
Orario: da martedì a venerdì dalle ore 11 alle 13 e dalle ore 17 alle 21 – sabato e domenica dalle ore 16 alle 21.
Info: www.roma.cervantes.es – tel. 06.686 1871 – pnavona@cervantes.es