Aree rurali, chi edifica deve finanziare il verde

Milano – Chi consuma suolo agricolo per costruire dovrà pagare un contributo per compensare altre aree rurali con interventi ambientali e di riforestazione.

Lo ha stabilito la Giunta regionale, su proposta degli assessori al Territorio e Urbanistica, Davide Boni, e all’Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, approvando – prima regione in Italia – una serie di linee guida che rendono efficace una delle ultime e più innovative previsioni della legge 12 per il Governo del territorio. Per interventi di trasformazione edilizia e urbanistica in aree agricole entrerà in vigore a breve una maggiorazione del contributo di costruzione (dall’1,5% al 5%), da destinare alla riforestazione e alla riqualificazione di ambiti naturali. La Regione prevede un “tesoretto” annuo di 30 milioni con cui destinare a verde 900 ettari (l’equivalente di 2000 campi di calcio).

Il provvedimento è nato dalla collaborazione tra l’assessorato al Territorio e Urbanistica e l’assessorato all’Agricoltura, ed è stato condiviso con Anci, sia per quanto riguarda l’obiettivo di contenere il consumo del suolo, sia per le modalità di azione proposte.

“La stessa legge 12 per il territorio – ha osservato l’assessore Boni – considera tutte le aree agricole importanti, tanto da prescriverne un attento studio e pianificazione in ambito comunale. Oggi si è fatto di più, rivalutando un elemento prezioso e non più rinnovabile come il territorio agricolo e compensando il suo utilizzo con il miglioramento ambientale”.

“Sulla base della nostra esperienza di realizzazione del progetto regionale ‘10.000 ettari di nuovi boschi e sistemi verdi’ – ha detto l’assessore Ferrazzi – si può stimare che ogni anno potranno essere realizzati oltre 900 ettari di sistemi verdi, pari a 2000 campi di calcio che saranno mantenuti per circa 20 anni. Questi nuovi interventi si sommeranno a quanto già fatto dalla Regione con i progetti delle 10 grandi foreste, con i fondi del Programma di sviluppo rurale, e con il progetto regionale dei sistemi verdi”. Complessivamente negli ultimi 8 anni sono stati finanziati oltre 5000 ettari di nuovo verde significativo.

IL FONDO REGIONALE

I fondi derivanti dai maggiori oneri urbanistici confluiranno in un Fondo di livello regionale, per cui si stima un introito annuo pari a 30 milioni di euro. Dal Fondo regionale le risorse ritorneranno interamente al territorio finanziando prevalentemente progetti di importanza sovracomunale e che contribuiranno alla formazione di una grande rete verde agroambientale di livello regionale. Gli interventi consisteranno nella formazione di nuovi boschi, nel miglioramento di quelli esistenti, nella riqualificazione ambientale di canali (anche accompagnati da piste ciclo pedonali ed equestri), oltre che per formazione di aree umide o ambienti naturali.

Beneficiari e realizzatori di questi sistemi verdi, oltre ai proprietari, saranno gli agricoltori con la libera sottoscrizione di contratti di acquisizione di servizi ambientali della durata di oltre venti anni. L’obiettivo è valorizzare in particolare le aree periferiche urbane, i fiumi, la fascia dei fontanili, i fondovalle alpini, le aree collinari. La stessa filiera economica bosco-legno, nel lungo periodo, ne trarrà beneficio, insieme alla gestione complessiva del verde montano.

IL RUOLO DEI COMUNI

Entro tre mesi dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale del provvedimento regionale, ogni amministrazione comunale dovrà provvedere, con una delibera consigliare, a individuare le tipologie di aree agricole su cui si applica il contributo e la nuova percentuale di maggiorazione del contributo stesso (variabile dall’1,5 a un massimo del 5% della somma degli oneri di urbanizzazione, primari e secondari).

Se entro tre mesi ciò non avviene, la maggiorazione del contributo sarà fissata al 5%. Spetta al Comune determinare l’applicazione della maggiorazione percentuale del contributo, in funzione della qualità paesistica dei luoghi, della sicurezza idrogeologica del territorio e del valore produttivo dei territori agricoli. L’ente locale, in particolare, potrà poi definire più dettagliatamente le aree naturali sulla base delle informazioni fornite dal Sit, il Sistema informativo territoriale.

Per quanto riguarda le aree agricole ricadenti in Accordi di programma, Programmi integrati di intervento di interesse regionale, comuni capoluogo e comuni inseriti in parchi regionali e nazionali si applica la maggiorazione del 5% indipendentemente dalle “graduazioni” previste dall’ente locale.

Articolo precedenteAl via il Progetto Influenza
Prossimo articoloIraq, a rischio presenza truppe Londra
Business Advisor in Advanced Air Mobility and Urban Air Mobility, Unconvetional Marketing, Blue Ocean Strategy www.cacelli.com r.cacelli@cacelli.com

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here