“Il sequestro avvenuto in tutta Italia (ben 30 tonnellate solo a Cagliari) del pellet radioattivo proveniente dalla Lituania deve tornare a farci riflettere sugli effetti a lungo termine dell’energia nucleare, come di molte altre pratiche industriali e militari.”
Questo il commento di Federico Gandolfi, responsabile per la Sardegna del movimento Italia dei Diritti, riguardo alla diffusione in Italia di pellet radioattivo. L’inchiesta è partita da Aosta, dove un abitante insospettito dalla strana combustione del materiale ha dato l’allarme. Dopo le analisi è risultato che un carico di marca Natur Kraft proveniente dalla Lituania, giunto in Italia nell’ottobre 2008, conteneva tracce del pericoloso Cesio 137, sostanza radioattiva prodotta dalla detonazione di armi nucleari. Sabato scorso 300 quintali di combustibile sono stati sequestrati a Cagliari dagli agenti della Squadra mobile su disposizione della Procura di Aosta. Il combustibile era custodito in un deposito di via Delle Langhe ed era stato distrutto dall’inondazione del 22 ottobre scorso. Oggi gli specialisti dell’Arpa effettueranno test più approfonditi sui campioni sequestrati. Soltanto ieri la procura di Aosta aveva disposto il sequestro di 23 tonnellate a Bologna, dopo che altre 29 province erano state interessate dal blitz scattato sabato scorso.
“È evidente – ha continuato Gandolfi – come tecnologie e produzioni che lasciano, o rischiano di lasciare, residui radioattivi e chimici, rappresentano tante bombe ad orologeria che in tempi di crisi sarà sempre più difficile controllare. Queste pratiche devono essere abbandonate il prima possibile, non essendoci la possibilità di controllare le esternalità prodotte, che come sempre ricadono sulla collettività e sull’ambiente naturale. Il danno d’immagine, poi, è ancora maggiore andando a gettare un’ombra inquietante su un combustile alternativo o comunque più sostenibile dei tradizionali impianti a gasolio, a cui molti cittadini si stanno rivolgendo con la giusta convinzione di abbattere consumi ed inquinamento. Il primo consiglio che si può dare è quello di accettare di spendere non di più, ma il giusto, andando a cercare un prodotto locale e certificato, sostenendo così la produzione forestale nazionale e regionale, risparmiando sui costi di trasporto e incentivando le buone pratiche”.
Riguardo alla sicurezza di prodotti esporati l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro ha poi aggiunto: “Su queste importazioni, è evidente che la sola provenienza comunitaria non si è dimostrata una garanzia sufficiente a tutela dei cittadini. Non occorrono protezionismi ma certificazioni obbligatorie, che vadano a tutela dell’ambiente, delle salute e dei diritti del lavoratori come dei consumatori, qualunque sia il paese d’origine”.