I commenti dell’assessore dell’industria Farris, riguardo la chiusura dello stabilimento petrolchimico di Porto Torres, sono molto duri. Non si tratta di una vicenda di competenza regionale, bensì nazionale, perché la chimica è strategica per la Sardegna, ma anche per l’intero Paese.
“Gli impianti sardi, interdipendenti e connessi nell’originario piano industriale, sono parte integrante della chimica italiana – ha commentato il responsabile per la Sardegna dell’Italia dei Diritti, Federico Gandolfi – e danno un contributo notevole nel soddisfare il fabbisogno italiano di questi derivanti, evitando di aggravare la bilancia commerciale. Tuttavia non è possibile sopperire all’infinito con produzioni spesso antieconomiche, o comunque pesantemente sovvenzionate dallo Stato attraverso mille procedure, se queste non possono garantire la necessaria stabilità sociale e soprattutto il massimo rispetto dell’ambiente. È quindi necessario un graduale percorso di disimpegno da questa filiera della chimica, dove ad ogni chiusura corrisponda nuova occupazione attraverso la bonifica dei siti inquinati e l’insediamento di nuove imprese per una fondamentale diversificazione produttiva. A questo fine sarà inoltre fondamentale – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – l’arrivo del gas metano dall’Algeria, come la sottoscrizione di impegni vincolanti e blindati fra la Regione ed il prossimo Governo, visto che con l’attuale governo Berlusconi è emersa la facilità con la quale gli accordi presi possano essere disattesi o stravolti senza alcuna mediazione”.