Piano casa in Sardegna, Gandolfi alza la voce

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Dopo un confronto durato più di un mese, è stato approvato in Consiglio Regionale il piano di rilancio del settore edilizio già ribattezzato “Piano cemento”. Il provvedimento, infatti, consentirà ampliamenti del 10% per le costruzioni situate nella fascia costiera fino a 300 metri dal mare, e fino a 150 per le isole minori. Nelle zone urbane interne potranno essere realizzati aumenti volumetrici del 20% sugli edifici residenziali unifamiliari e bifamiliari, e del 30% in caso di demolizione e ricostruzione. I bonus saranno ancora più permissivi per quanto concerne le strutture ricettive, che potranno essere ingrandite fino al 35%.

La legge, pur introducendo una Commissione regionale di valutazione per la tutela del paesaggio composta da tre esperti di livello internazionale, ha scatenato aspre critiche da parte dell’opposizione, che dopo la presentazione di oltre quattrocento emendamenti contro tale progetto, ha annunciato ricorsi giudiziari per la tutela delle coste.

Durissima la reazione di Federico Gandolfi, responsabile per la regione Sardegna dell’Italia dei Diritti: “Questa Giunta è nata sotto il segno del cemento e non ha aspettato molto a mettere in evidenza le sue priorità”, ha dichiarato il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro. “Mentre l’economia della Sardegna continua a boccheggiare fra proteste anche clamorose quasi quotidiane – continua Gandolfi – e mentre le infrastrutture sono ferme al palo di estenuanti trattative con fondi che cambiano di continuo denominazione e destinazione, si dà il via libera al disegno reazionario che vuole cancellare le conquiste ambientaliste degli ultimi cinque anni di governo di centrosinistra. Tutte le associazioni ecologiste, di categoria e politiche non stanno usando mezze misure nel bocciare questa legge, che arriva a permettere ampliamenti anche nella fascia dei 300 metri dalla costa, in pieno contrasto col Codice Urbani, che ai più ingenui sembrava un limite invalicabile perfino per i nostri legislatori regionali. Auspico – conclude Gandolfi – una pioggia di ricorsi a ogni livello amministrativo per fermare questo scempio che rischia di danneggiare irreversibilmente l’identità stessa di un’isola e di un popolo”.

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