L’università si rilancia cambiando pelle

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Grosseto – Un nuovo corso magistrale in economia e un vecchio corso in biologia marina trasferito in città dalla costa. Sono due delle principali novità in vista per l’ateneo grossetano, insieme alla nuova sede e a una riorganizzazione generale delle altre facoltà, con proposte formative esclusive e legate alla vocazione del territorio, che daranno un rinnovato lustro al polo maremmano.
 «Il Comune di Grosseto insieme alla Provincia e alla Camera di commercio – spiega il sindaco Emilio Bonifazi – ha avanzato all’università di Siena la richiesta di qualificare la sede grossetana con un indirizzo portante e importante. L’obiettivo è quello di offrire nel capoluogo maremmano un polo universitario con una offerta accademica che non si possa trovare altrove, cioè che non sia un clone di corsi già presenti nell’ateneo senese e in altre università della Toscana».
 Biologia marina. Nella proposta dell’amministrazione comunale le novità più importanti riguardano i futuri biologi marini e i futuri economisti. «Il corso di laurea in Scienze ambientali, nel curriculum “Ecologia e gestione della fascia costiera”, che ha attualmente sede a Follonica – spiega Bonifazi – sarà chiuso come annunciato dal rettore Focardi lo scorso febbraio ma ne aprirà uno nuovo per biologi marini in seno al polo grossetano».
 Economia. Importante novità anche per la facoltà di economia. Non solo si fa da parte l’indirizzo turistico per lasciare spazio al nuovo orientamento dello sviluppo sostenibile, come già annunciato a febbraio, ma nel capoluogo maremmano il corso sarà trasformato in magistrale e si affiancherà all’unico altro corso magistrale, quello in giurisprudenza. «Il nostro obiettivo – spiega Bonifazi – è quello di dare a Grosseto l’esclusiva di questo corso, in modo che l’università grossetana possa ospitare studenti sia della zona che provenienti da altre province».
 Lettere. La facoltà di lettere, il cui corso in archeologia è oggi incentrato soprattutto sullo studio del Medioevo, sposterà le lancette dell’orologio di diversi secoli indietro nel tempo e si concentrerà sullo studio della civiltà etrusca. «Una scelta – spiega Bonifazi – in linea con il centro nazionale di documentazione sugli etruschi che il comune realizzerà in piazza Barzanti».
 Giurisprudenza. Si metterà mano anche alla facoltà di giurisprudenza che non verrà soppressa, come sembrava in un primo momento. «Contiamo di riqualificare il corso di laurea con un indirizzo orientato alla pubblica amministrazione – spiega il sindaco – perché questo è un settore molto presente nel nostro territorio ed è importante che dal polo grossetano possano uscire esperti in questo settore». Naturalmente su questi cambiamenti occorrerà attendere il giudizio del comitato scientifico. «Ma rimaniamo convinti – spiega il sindaco – che con pochi indirizzi ma qualificanti Grosseto potrà avere una università di alto livello».
 La sede. Il polo universitario grossetano, nel giro di un paio d’anni, sarà ospitato in due edifici di via Mazzini, l’ex sede della biblioteca Chelliana e del liceo classico e il palazzo di fronte dove oggi ha sede la scuola materna ed elementare. «Il passaggio verrà fatto non appena l’istituto magistrale di via Rosmini sarà trasferito alla cittadella dello studente – spiega il sindaco – e a quel punto le scuole di via Mazzini occuperanno lo stabile in via Porciatti mentre l’università potrà aprire nella nuova sede».
 I numeri. Ogni anno, Comune, Provincia e Camera di Commercio versano per l’università 175 mila euro ciascuno. Gli spazi occupati dal polo vengono concessi gratuitamente e consentono a Siena di risparmiare sull’appendice maremmana dell’ateneo almeno 500 mila euro. All’università spettano i lavori di ristrutturazione degli edifici. Per il solo palazzo della ex biblioteca, futura sede dell’università, c’è ad esempio un progetto di ristrutturazione e adeguamento da 4 milioni di euro. Un aiuto, però, viene anche da Siena, sede dell’università. Nel 2008 la Fondazione Monte dei Paschi ha erogato al Comune di Grosseto 400 mila euro da investire nell’università; altri 600 mila sono stati assegnati alla Provincia.
Francesca Ferri, da “Il Tirreno”, Livorno, 19 aprile 2009

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