La partita da trenta milioni di euro sul polo espositivo pratese comincerà la prossima settimana. Il Comune di Prato, assieme ad altri sedici enti, è stato convocato in Regione per discutere il completamento dell’iter di presentazione del Piano integrato urbano di sviluppo (Pius).
Si tratta del bando europeo con finanziamenti a fondo perduto che potrebbe far piovere su Prato 20 milioni d’euro tra qualche mese (per gli interventi sulla Declassata dieci già ci sono della Regione), da finalizzare alla realizzazione di un “pacchetto” di opere sia nel centro storico sia lungo la Declassata. Opere però vincolate tra loro: senza cioè la possibilità di scegliere di fare qualcosa lasciando indietro qualcos’altro.
La passata amministrazione comunale ha compiuto tutti i passi necessari (ultima integrazione di documentazione il 30 giugno scorso) per portare a casa una fetta consistente (il massimo appunto sono 20 milioni) del “tesoretto” messo a disposizione dall’Europa. Manca il piano di gestione che Urban sta, nei tempi fissati, redigendo, si passerà poi all’analisi dei progetti, alla graduatoria e quindi alla progettazione definitiva. L’anno prossimo, se tutto andasse bene, le opere potrebbero essere cantierate.
Condizionale d’obbligo mai come questa volta. Tutto, infatti, dipenderĂ dalle decisioni dell’attuale amministrazione comunale – molto dubbiosa sull’effettiva necessitĂ dell’area espositiva a Prato – e su cosa risponderĂ a Firenze. Un “no grazie” sarebbe definitivo. E non solo per il polo ex Banci che verrebbe archiviato definitivamente, ma per diversi altri interventi.
Il Pius stanzia denaro per la riqualificazione del centro storico: la ristrutturazione del Museo civico che langue da 15 anni, il completamento della Campolmi, il progetto di valorizzazione commerciale che prevede la creazione di tre centri commerciali naturali nelle vie dello shopping: Borgo al Cornio (area piazza Duomo), Crocevia e Santa Trinita. Una parte di fondi sarebbero destinati al nuovo Museo Pecci firmato Maurice Neo, un’altra all’avviamento del Creaf, il centro di alta formazione.
Altrettanto lunga la lista delle infrastrutture: 16 milioni (la richiesta di Prato) per il secondo lotto del polo espotivo. Il primo è stato finanziato dalla Regione con 10 milioni di euro già nelle casse del Comune che nel caso saltasse l’accordo, dovrebbero essere restituiti. Finanziamenti riguardano la copertura, dopo l’interramento, della Declassata nell’area del polo (8 milioni la richiesta). Intervento previsto anche nel programma del sindaco Cenni ma senza riferimenti a capitoli di spesa da utilizzare.
Non basta ancora, il bando finanzia la realizzazione di uno spazio espositivo nel parco che si verrebbe a creare nell’area ex Banci e la realizzazione di un centro culturale e di aggregazione nella Circoscrizione Sud che in un primo momento avrebbe la destinazione di “urban center”, quegli spazi nei quali le opere in divenire vengono mostrate e spiegate.
Ultimo punto a favore dell’ex Banci: la situazione critica di Fortezza da Basso a Firenze alle prese, sul fronte dei nullaosta per le esposizione, con i mille dubbi della Soprintendenza e con i futuri lavori di adeguamento. Incombono: stop totale per cantieri il 2013 e il 2014. Un regalo a Prato.
Cri.Or. da “Il T