Non più speculazioni sul grano e maggiore forza per le imprese impegnate in questo settore di lunga tradizione e che rappresenta per i territori di Siena e Arezzo una importante fonte di reddito per l’agricoltura. Questi in sintesi gli obiettivi che il Consorzio Agrario di Siena si pone attraverso l’innovativo piano gestionale per la commercializzazione dei cereali. Semplice ed efficace la formula: il 40% del raccolto di ogni azienda sarà messo in commercio con il valore medio del mercato, mentre il restante 60% sarà gestito in piena autonomia dall’azienda. In sostanza l’agricoltore avrà la possibilità di arrivare a fine campagna avendo ceduto il grano a un prezzo che corrisponde alla media di tutto il periodo di commercializzazione del prodotto evitando il rischio di rimanere con giacenze che lo costringerebbero ad attuare un prezzo di svendita. Il restante 60%, come detto, sarà invece autogestito dall’agricoltore stesso. Non solo: il metodo del Cap prevede che sulla parte gestita a prezzo medio l’agricoltore non dovrà attendere la fine della campagna per riscuotere, ma avrà a disposizione due anticipi in corso di campagna a cui seguirà il saldo finale a conguaglio, in modo da assicurare all’azienda agricola il necessario flusso di cassa.
Insomma in tempi in cui si parla molto di ammortizzatori sociali anche per le imprese agricole, è proprio il caso di dire che il Consorzio Agrario di Siena non pensa ad atterraggi, ma anzi rafforza le ali ai propri cerealicoltori (oltre 3mila quelli che fanno riferimento al Consorzio Agrario di Siena per una media di 200mila tonnellate all’anno di cereali ritirati pari a un quinto della produzione toscana) in questo particolare momento di pressione economica per le aziende del territorio già noto come il “Granaio della Toscana”. «Non avendo una sfera di cristallo abbiamo scelto di fornire ai nostri agricoltori questo metodo prudente e corretto – spiega il direttore del Consorzio Agrario, Pietro Pagliuca – dimostrando loro, con un conteggio fatto a posteriori sui valori dell’anno scorso, che se avessero scelto questo metodo già nella precedente campagna avrebbero realizzato una cifra più alta di quella ottenuta».
Questo modello, che a garanzia del proprio funzionamento si avvarrà per la commercializzazione di Giallo Oro, società leader sugli accordi di filiera con la molitura nata dalla collaborazione del Consorzio Agrario Siena con due importanti cooperative cerealicole quali Terre dell’Etruria di Livorno e Molini Popolari Riuniti di Perugia, e che sarà in grado di ammortizzare gli aspetti negativi delle spinte speculative che negli ultimi anni hanno caratterizzato il mercato dando maggiore tranquillità ai produttori, liberandoli dall’ansia di dover inseguire i punti più alti delle quotazioni, così come dal timore di dover vendere in corrispondenza di fasi in cui il mercato è al limite negativo, cosa avvenuta nella precedente campagna nella quale molti produttori hanno deciso di non vendere nei momenti in cui il mercato era remunerativo rispetto ai costi di produzione aspettando rialzi di quotazione che non sono mai arrivati. «Non è solo una questione di convenienza, quanto piuttosto una questione di equilibrio costi ricavi – sottolinea la Presidente del Consorzio, Maria Cristina Rocchi – perché l’imprenditore agricolo oggi deve avere un’attenzione costante ai conti aziendali e non può permettersi di subire contraccolpi a causa di un mercato divenuto instabile e imprevedibile».
Intanto, a metà dell’opera di raccolta e in attesa della fine prevista all’incirca per la prossima settimana, il Consorzio traccia una prima stima sull’andamento dell’annata dei cereali che se non lascia dubbi sulla buona qualità del prodotto, sulle quantità fa registrare una flessione calcolabile tra il 20 e il 30% comunque molto variabile da zona a zona. Nel 2008 il volume stoccato nei 36 centri adibiti nel territorio dal Consorzio Agrario di Siena si è aggirato intorno alle 170.000 tonnellate.