Firenze – Gli uffici dell’Unione europea hanno valutato positivamente alcune modifiche al disciplinare proposte dal Consorzio di Tutela del Formaggio Pecorino Toscano DOP. La più importante consiste nella possibilità d’uso dei fermenti autoctoni, accrescendo così il legame con il territorio anche in fase di trasformazione, oltre che per il latte proveniente dai pascoli locali. Si tratta di un riconoscimento alla grande capacità di innovare un prodotto così particolare della tradizione alimentare della regione salvaguardandone il legame col territorio: un prodotto sano, frutto di una filiera produttiva del tutto trasparente e da ora interamente locale.
Entrano poi in dirittura d’arrivo riconoscimenti per altri due caratteristici prodotti toscani. L’8 agosto scorso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale UE il documento unico per i Ricciarelli di Siena; dopo una “corsa” di 6 mesi, se non ci saranno opposizioni, arriverà l’iscrizione nel Registro comunitario delle Dop e Igp.
Un risultato sostenuto da oltre 40 imprese societarie e artigiane, la quasi totalità delle imprese produttrici con una media annua di oltre 1000 tonnellate, che da sempre operano nel territorio senese producendo quei dolci che nelle festività natalizie degli italiani, e anche nel mondo, non mancano mai: ricciarelli e panforte.
E’ un risultato importante perché grazie alla tutela dell’IGP sarà garantita la serietà delle imprese in un momento di crisi globale che non vede esclusione di colpi; la pirateria agroalimentare è notizia quotidiana, e va combattuta da tutti per garantire quel fiduciario rapporto tra consumatori e imprese che si realizza solo dopo lunghi anni di lavoro. I ricciarelli di Siena avranno con ! l’ IGP un merito in più, quello di essere il primo prodotto dolciario pe r l’Italia ad avere la tutela, motivo in più per non mancare il risultato.
Via anche per il riconoscimento Dop al marrone di Caprese Michelangelo, a conferma della grande importanza che il castagno, l’”albero del pane” della nostra montagna, riveste anche nell’alimentazione odierna. Da un millennio i castagni ricoprono le vette del nostro Appennino, e questa presenza va tutelata, così come si sta facendo contro l’attacco del cinipide galligeno, insetto originario della Cina, contro cui tutti i castanicoltori toscani, così
come è successo in altre regioni, sono allertati.
Dario Rossi