Nella vicenda del project financing fiorentino, Confindustria e Ance auspicano una discontinuità forte; ma questa discontinuità deve consistere anzitutto nel recuperare un dialogo e un’intesa fra pubblico e privato. Non c’è dubbio invece che l’operazione fatta dai soci di Firenze Mobilità sia stata un’operazione ostile nei confronti dei costruttori che hanno investito nel project; come se fossero loro il problema!
C’è un urgente bisogno di recuperare un dialogo e non di alzare ulteriori barricate: perché è in gioco il blocco delle opere e la modernizzazione del nostro territorio.
Il project era – e resta – una grande opportunità di innovazione per Firenze.
Anche nel confronto internazionale, si tratta dell’unico strumento innovativo e strategico che – nell’attuale quadro di risorse pubbliche – consente di realizzare quelle opere necessarie alla modernizzazione e alla competitività del territorio.
Questo strumento è un gioco a somma positiva se sono chiari i ruoli e gli obiettivi: il pubblico decide e deve gestire le decisioni; il privato realizza le opere e fa investimenti che vanno remunerati. Se cambia il paradigma si inceppa l’ingranaggio; e il project diventa un salto nel buio, non solo per il pubblico, ma soprattutto per il privato.
I nostri imprenditori fiorentini, già colpiti duramente dalla crisi, traggono da queste vicende nuovi motivi di preoccupazione. Confindustria Firenze e Ance Firenze sono vicine ai propri associati e alle loro maestranze, e sono molto preoccupate per il futuro del settore.
Le questioni giudiziarie sono competenza dell’Autorità giudiziaria su cui riponiamo la massima fiducia. È nostro interesse che sia fatta piena chiarezza; come è nostro interesse che sia recuperato un rapporto di partnership fra istituzioni pubbliche e investitori privati a Firenze.