Dal Presidente della Confesercenti Toscana riceviamo e pubblichiamo
Di solito uno più uno fa due. In questo periodo per la nostra economia la somma è -2. Insomma, il segno prevalente è il segno meno. In questi ultimi due giorni, infatti, sono stati pubblicati i dati relativi all’andamento della produzione in toscana e delle vendite. Dire che va male è essere ottimisti. Il punto è che le prospettive appaiono ancora più buie. Basti pensare solo a quanto peserà l’IMU sulle nostre aziende, o cosa produrrà in termini di consumi il previsto aumento in autunno delle aliquote Iva, per comprendere quanto il decreto sviluppo in realtà sia un pannicello caldo a fronte di scenari che, oggettivamente, non posso che far pensare ad un andamento recessivo della nostra economia. Un pannicello che in alcuni casi, non solo non risolve, ma può addirittura aggravare la situazione. Si pensi alla deregulation degli orari, piuttosto che ai nuovi criteri per la programmazione delle medie e grandi strutture di vendita.
Dai dati delle vendite al dettaglio risulta chiaro come nella generale flessione della domanda, le piccole imprese siano quelle che pagano il prezzo maggiore, con picchi negativi del 7,9% per il settore abbigliamento e calzature. In questo quadro s’inserisca il tema del credito alle imprese e si avrà così ancora più chiara la situazione drammatica in cui operano i nostri imprenditori.
Abbiamo già avuto modo di chiedere che le forze politiche che sostengono il governo Monti, ma anche tanti enti locali si esprimano su questi temi e magari si facciano anche carico di proposte ed iniziative mirate e concrete. Oggi siamo a chiedere alla Regione e agli enti locali toscani di avviare con le parti sociali un confronto specifico sui temi dello sviluppo delle piccole imprese del commercio in Toscana, che si traduca in scelte ed atti chiari, coerenti e tempestivi. Lo chiedono oltre centomila imprenditori e interessa sicuramente un numero ben più ampio di lavoratori del settore.
Massimo Vivoli
Presidente Regionale di Confesercenti