Londra – Dalla Confesercenti Toscana riceviamo e pubblichiamo.
Crisi o non crisi, a ferragosto le famiglie italiane si ritagliano comunque almeno qualche giorno di pausa e di relax. Vacanze ridotte all’insegna del risparmio, prevalentemente in famiglia o con gli amici più stretti periodi brevi e località meno lontane del passato.
I dati che pubblichiamo sono frutto di una ricerca effettuata sul campo dai nostri operatori economici che, dopo una stagione fortemente critica ormai compromessa, registrano un parziale risveglio nelle prenotazioni per il prossimi giorni a cavallo del ferragosto.
“Tra il 9 e il 20 agosto si stanno concentreranno dunque le vacanze lampo. Del resto, quest’anno neppure nei fine settimana di Luglio si è registrato il tutto esaurito”. E’ Massimo Vivoli, presidente regionale di Confesercenti ha confermarlo alla vigilia della settimana di ferragosto.
“E’ ormai un lontano ricordo- aggiunge Vivoli – il risultato degli anni scorsi realizzato in Toscana grazie a una robusta presenza di turisti nazionali e di una buona affluenza di turisti stranieri (+3,2% nel 2011 che a complessivamente compensato la flessione del turismo nazionale). Nei primi mesi del 2012 il dato della Toscana è stato pesantemente negativo. A luglio, nonostante la stagione calda e afosa, il crollo delle presenze di turisti italiani si è attestato ad un – 11%.
Il “sorpasso” dei turisti stranieri
Secondo i nostri dati, i turisti stranieri in Toscana, hanno comunque superato quelli nazionali attestandosi oltre il 50%. In aumento in particolare i visitatori dei paesi Bric (Brasile, Cina, India, Russia) + 38%. Ma crescono anche se più limitatamente tedeschi, olandesi e i francesi. Crollo invece dei turisti provenienti dai paesi più colpiti dalla crisi Spagna, Grecia e Portogallo. E’ prevedibile che questo trend continui anche nei prossimi mesi, così almeno segnalano i primi dati a nostra disposizione.
Firenze in controtendenza. Dati contraddittori nelle altre città d’arte.
Firenze a Luglio ha retto meglio delle altre città della Toscana grazie a grande patrimonio artistico e storico e all’appeal di cui dispone ma anche allo svolgimento di grandi eventi che hanno attirato visitatori in questo mese ( + 2% ). Di conseguenza il volume degli arrivi ha sostanzialmente tenuto mentre i fiorentini che sono andati in vacanza sono stati in netta diminuzione (- 8,1%). Maggiori difficoltà a Siena (- 5% di arrivi). Ad Arezzo e Pisa, la flessione delle presenze ha superato il 10%. Più critica, per l’insieme del mondo del commercio la situazione nelle aree periferiche e nei comuni non attraversati dai flussi turistici dove neppure i saldi hanno mitigato il crollo dei consumi in atto.
Il Mare la meta preferita, ma cresce la Montagna
Dalle nostre rilevazioni il mare, resta la meta preferita per i più giovani e le famiglie con piccoli, ma cresce la montagna del 2% scelta prevalentemente da persone mature a da anziani anche per evadere dal caldo di queste settimane. Tra coloro che vanno comunque in vacanza cresce di 7 punti chi sceglie il campeggio o pensioni a due stelle, con una conseguente flessione delle strutture alberghiere a 3 / 4 stelle. Nella nostra regione la flessione più marcata è registrata nell’arcipelago complice l’aumento delle tariffe dei traghetti. All’Isola d’Elba raggiunge in molti casi il – 20%, ma il dato negativo investe anche la Versilia e più limitatamente anche tutta la costa tirrenica. Nella montagna una flessione marcata è registrata nel comprensorio dell’Amiata.
La stima per ferragosto e “last minute”
Se si considera chi ha già fatto un pò di vacanza e chi non si muoverà per motivi di salute o d’età il 35% di toscani concentrerà le vacanze nella settimana di ferragosto. Mentre il turisti stranieri che scelgono la Toscana dovrebbero stabilizzarsi sui dati dell’anno scorso restringendo mediamente di 2 giorni il tempo di permanenza.
Gli operatori economici confidano molto nel “last minute” che presenta opportunità a buon mercato e di qualità. Del resto ormai sono sempre più numerosi coloro che ricorrono ad internet per ricercare “l’occasione”.
Una boccata d’ossigeno? Difficile dirlo sostiene Massimo Vivoli “i dati del ferragosto, comunque vadano non possono cancellare una stagione partita male e fortemente condizionata dalle difficoltà economiche delle famiglie. Secondo il presidente regionale di Confesercenti “la contrazione del potere d’acquisto e dei consumi, è ormai un dato costante. Tutto ciò hanno messo in crisi il modello turistico interno basato sui grandi numeri e i flussi turistici anziché spalmarsi lungo tutta la stagione, si concentrano molto in questa settimana. Con tutti i pro e i contro che questo determina. In questa situazione, per gli amanti delle statistiche, i numeri complessivi, forse, potranno anche essere meno pesanti ma si aggraveranno le difficoltà delle imprese. E tutto ciò nonostante che si sia registrata una significativa tendenza ad abbassare i listini dei prezzi alberghieri”.
Negozi aperti nella settimana di Ferragosto
Secondo le stime di Confesercenti, i negozi aperti nella settimana di Ferragosto saranno sensibilmente di più rispetto agli scorsi anni: nelle città sterrando le serrande alzate il 50 / 60% di chi vende prodotti di prima necessità. Nelle aree d’interesse turistico, ed in particolare lungo tutta la costa tirrenica, resteranno comunque aperti tutti i negozi anche con aperture negli orari serali.
I consumi: 800 /1200 euro in media
Per la settimana di ferragosto secondo recenti stime ogni turista dovrebbe spendere qualcosa di più dello scorso anno: mediamente 805 euro (per chi resta nella regione) e 1210 per chi sceglie mete più lontane. Mediamente circa 900 euro pro-capite. Si sentirà in particolare il peso del caro-carburanti (visto che la macchina resta comunque il mezzo preferito per fuggire dalle città resta la preferita per il 64% dei vacanzieri. Si profila, invece, un budget decisamente ridotto per i giovanissimi (attorno ai 500 euro) che si adattano a vacanze più minimali e disponibili ad usare, per gli spostamenti, il treno.
Si deteriora la qualità dell’offerta turistica
Il dato più chiaro indotto dagli effetti della crisi è un netto deterioramento della “qualità” dei flussi turistici: prevale la ricerca di una sistemazione più a buon mercato, indirizzandosi verso il variato mondo extra-alberghiero ( camping, bed & breakfast, ospiti di amici in appartamenti privati, ecc). Ne risente la ristorazione di qualità mentre si rincorre sempre di più alla ricerca di sagre e pizzerie a buon mercato.
Il 22% dei clienti ammette apertamente che spenderà di meno. Il 15% ridurrà i giorni di vacanza. Solo un 33% non cambierà abitudini. Fra i fattori che influenzano le decisioni sulle vacanze domina la riduzione del reddito disponibile (41%). Subito dopo la questione della sicurezza del lavoro (24%). La crisi “consiglia” soprattutto vacanze in Italia: la pensano così il 73% degli italiani che andranno comunque in vacanza. Un 20% circa farà la sua personalissima “spendig review” aggiungendo un taglio di ulteriori 2 /3 giorni a quello già realizzato lo scorso e anno e restando nella regione di residenza.
Preoccupazioni per la ripresa a settembre.
Massimo Vivoli aggiunge: “Ormai è ampiamente diffusa la preoccupazione per quello che potrà succedere a settembre. Secondo i nostri calcoli pagheremo quasi 6 miliardi in più di prelievo fiscale e tariffario per le misure prese in questi ultimi due anni dai governi che si sono succeduti (960 euro a testa neonati compresi) E non si manifesta alcuna concreta inversione di tendenza. I consumi delle famiglie registrano anche in quest’ultimo trimestre un’ulteriore riduzione del 3,9 % (-21% in tre anni). Più marcata nei settori dell’abbigliamento nella pelletteria, nell’arredamento per la casa e significativamente anche sui consumi alimentari. Il turismo, che in una situazione come la nostra potrebbe svolgere una positiva azione di sviluppo producendo oltre il 6% del PIL rischia di pagare il prezzo più alto”.
Per adottare misure di risposta alla crisi bisogna perfezionare la propria capacità d’analisi dei fenomeni. Per esempio il gran caldo non è poi così invitante se devi stare sotto un ombrellone in quattordicesima fila e soggiornare in un hotel a due stelle senza aria condizionata; con temperature così alte e senza la possibilità di un alloggio e una spiaggia confortevoli, tante persone rimangono anzi a casa, dove magari hanno l’aria condizionata installata prima della crisi; molti mi hanno riferito questa scelta e restano in attesa di una stagione “normale”, che però sembra verificarsi sempre più di rado