Londra – «Prendiamo atto della decisione della Giunta regionale, ma non condividiamo. Tracciato scelto creerà molti problemi. Lavoreremo per migliorare il progetto esecutivo. Più facile metropolitana a Roma che autostrada a Orbetello-Capalbio»
«Prendiamo atto che la Regione Toscana ha scelto il “tracciato blu” del Corridoio tirrenico che affianca la Statale Aurelia e la ferrovia, ma continuiamo a ritenere che sarebbe stato di gran lunga meno impattante il tracciato retrocollinare, alle spalle del massiccio calcareo. Evidentemente è più semplice realizzare la metropolitana a Roma, che un pezzo di autostrada nella zona di Orbetello Scalo-Capalbio. Toppe emergenze archeologiche di rilievo culturale».
È il primo commento del presidente della Provincia, Leonardo Marras, alla notizia del via libera della Giunta regionale al tracciato costiero parallelo a ferrovia e Aurelia del Corridoio tirrenico.
«Naturalmente – aggiunge il presidente – come Istituzione rimarremo all’interno della procedura amministrativa, ed eserciteremo tutte le nostre prerogative per migliorare il più possibile l’inserimento dell’opera nel contesto ambientale e sociale all’interno del quale è stata calata, concordando ogni passaggio con il Consiglio provinciale, gli Enti locali, le rappresentanze economiche e sociali.
Rimane il rammarico forte per essere stati chiamati ad esprimere un parere, che poi di fatto è stato considerato solo una formalità. Ma soprattutto rimangono fortissime perplessità su alcune questioni di fondo, che rendono incongruo il tracciato scelto dalla Giunta regionale.
Il recente provvedimento del Cipe non dà certezze sull’esenzione dal pedaggio, e rinvia a successive valutazioni del ministero del Tesoro la reale possibilità di intervenire per eliminare il pedaggio autostradale a carico dei residenti, nelle more del bilancio statale. Cosa che, se non si verificasse, in assenza delle complanari all’Autostrada, renderà “infernale” la mobilità sulla viabilità secondaria tra Fonteblanda e Ansedonia.
Il cosiddetto progetto definitivo approvato dal Cipe, definitivo proprio non è. E rinvia a successivi approfondimenti sotto molti aspetti come valutazione del rischio idraulico, analisi dell’impatto urbanistico e paesistico dell’opera, soluzioni progettuali. Non a caso, proprio in questi giorni è arrivato un ulteriore progetto di variante al lotto di Capalbio, che modifica alcuni tratti del tracciato sul quale sono emerse criticità.
Il tracciato “blu” corre parallelo ad Aurelia e ferrovia all’interno di una fascia di territorio molto stretta, a ridosso della costa e della laguna, in zone fortemente antropizzate, interferendo pesantemente sul contesto urbano di Orbetello Scalo, Le Topaie, Campolungo, rientrando poi per mancanza di spazio sulla sede della vecchia Aurelia all’altezza di Orbetello scalo fino ad Ansedonia sud. Un tracciato che creerà enormi problemi dal punto di vista dell’assetto idrogeologico e della pressione del traffico sulla viabilità locale adiacente.
Aldilà di queste considerazioni più squisitamente tecniche – conclude il presidente Marras – ciò che mi ha colpito molto in termini politici, è il linguaggio della delibera regionale. Dove si fa più di un riferimento alla tutela e salvaguardia di zone disabitate come la ex Sipe Nobel o aree di presunto interesse archeologico. Ma si constata una sostanziale sottovalutazione dei problemi che l’infrastruttura così concepita creerà in aree ad elevata concentrazione antropica, all’interno delle quali si sviluppano relazioni umane, sociali ed economiche di una fetta consistente della popolazione residente nella zona sud della nostra provincia. Toni che riecheggiano argomenti astratti e vacuamente ambientali già risentiti da altre fonti».