Portoferraio – Aree marine protette aperte ai sub. Visite guidate, sia pure contingentate e sotto il controllo di esperti nelle acque delle isole fino ad oggi off limits. Come dire immersioni a Giannutri e, in particolar modo, a Montecristo. É qualcosa di più di una ipotesi quella del ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare che punta a una commissione di studio sulla subacquea nelle aree marine. Di certo una commissione tecnica che è già composta. Ne fanno parte oltre che i massimi dirigenti ministeriali dal capo della segretaria tecnica del ministro Prestigiacomo Pelaggi, dal presidente del Conisma, il consorzio interuniversitario per le scienze del mare, da dirigenti dell’Ispra e da un ex campione del mondo di pesca subacquea, Carlo Gasparri. Di certo Legambiente è preoccupata. Il fatto è semplice: si rischia di mandare in archivio il protocollo tecnico per la subacquea sostenibilenelle aree marine protette che era stato adottato a suo tempo con il ministero dopo un accordo preso con tutti i rappresentanti dellla subacquea. Dicono al Cigno Verde: «Ricordiamo al Ministero che per cambiare le regole a Giannutri e a Montecristo non serve una commissione, ma un nuovo Decreto firmato dal presidente Napolitano d’intesa con la Regione Toscana. Andrebbe poi coinvolto l’Ente Parco nazionale, preposto dal Ministero e dalla legge alla gestione delle aree di mare comprese nel perimetro del parco. Insomma se si vuole ragionare sulla subacquea per davvero, il Protocollo tecnico è un prodotto avanzato e condiviso che si può eventualmente aggiornare con il contributo di tutti, ma anziché ridiscutere le regole a Giannutri e a Montecristo sarebbe il momento di istituire una area marina protetta vera e propria, con zone A, B e C, più aperta alla fruizione e più simile al quadro nazionale del mare protetto». Una preoccupazione che è anche del Wwf. Cristina Sadun è l’assistente sezione regionale Toscana del Wwf. Dice: «Si vuole buttare a mare, la terminologia è calzante) tutto il lavoro svolto? E per quale motivo? E su quali basi tecniche, scientifiche, normative? Preoccupante è in questo senso sicuramente il fatto che da questa commissione, a quanto risulta, sarebbero esclusi i diretti interessati, e cioè i Parchi, e anche tutta una serie di soggetti qualificati che avevano dato un apporto costruttivo al precedente tavolo che ha portato al suddetto Protocollo, fra cui le maggiori Federazioni di categoria: Adisub, Assosub, Cias, Cmas, Fipsas, Hsa Italia e le maggiori Associazioni ambientaliste fra cui anche il Wwf, insieme a Greenpeace, Legambiente, Marevivo ed altre». Insomma timori a iosa e non solo. Rimarca Sadun: «In questo senso non possiamo che condividere le preoccupazioni della Presidenza del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano che ha giustamente evidenziato il pericolo che correrebbero delle zone che sono cruciali per la conservazione della biodiversità delle nostre isole,(basti pensare alle zone di riserva integrale di Giannutri e Montecristo». |