Oltre 187 appuntamenti con la natura dell’Elba e di Pianosa – escludendo quelli sulle altre isole dell’Arcipelago – a cui si aggiungono decine e decine di proposte d’autore, cioè momenti dedicati all’arte e al gusto interamente offerti dai partner privati dell’evento. E ancora testimonial eccellenti, da Giobbe Covatta a Syusy Blady, da Fulco Pratesi a Erri De Luca. Si chiude oggi la prima edizione del Walking Festival elbano, l’iniziativa promossa dal Parco in tandem con i Parchi regionali e nazionali, il ministero dell’ambiente, la Regione e con il coordinamento organizzativo dell’Apt che ha preso il via lo scorso 3 aprile.
I numeri ufficiali ancora non ci sono. Saranno elaborati nei prossimi giorni. Ma stando alle prime impressioni del direttore del Parco Franca Zanichelli, le aspettative a livello locale sembrano essere state ampiamente esaudite.
Da un minimo di 5-6 partecipanti ad escursione ad un massimi di 250-300 visitatori alle iniziative più apprezzate tra le quali l’inaugurazione del Santuario delle Farfalle in memoria di Ornella Casnati, dipendente del Parco e fotografa per passione recentemente scomparsa.
Il successo dei numeri è, per Zanichelli, secondario. Importante ma secondario rispetto ad un altro tipo di messaggio che la manifestazione è riuscita a trasmettere: quello di fare sistema, di mettere in rete realtà già esistenti nell’Arcipelago, riuscire a valorizzarle all’interno di un contesto più ampio nazionale e internazionale. “Abbiamo creato un sodalizio – spiega Franca Zanichelli – e sulla base di ciò a settembre potremo cominciare a pensare alla seconda edizione”. L’Elba è stata la realtà locale apripista della manifestazione che proseguirà fino a ottobre coinvolgendo tutti i parchi della costa Toscana. Non tutto è andato come gli organizzatori speravano, ma la seconda edizione dell’evento – che ha l’obiettivo di avvicinare turisti e non solo alla natura, educarli al rispetto dell’ambiente, suggerire loro un modo diverso, più sano, di fruizione del territorio – non sembra essere in dubbio. “Dal punto di vista della comunicazione e della visibilità – spiega Zanichelli – la manifestazione ha avuto un grande risalto forse più a livello nazionale, con oltre 150 uscite su quotidiani e riviste, specializzate e non, che locale. Purtroppo sul territorio è stato spesso visto come un evento a se stante e non come una grande copertina dove valorizzare le cose che l’Arcipelago già offre. Su questo dovremo lavorare per il futuro”. La scelta del periodo nel quale svolgere la manifestazione per Zanichelli è stata azzeccata. “Si è trattato – afferma – si una scelta strategica: un periodo di bassa stagione per rafforzare l’offerta del territorio al di fuori dei periodi tradizionali”.
Ma la cosa più interessante di tutte, nell’ambito del mese e mezzo di iniziative del Walking Festival, per la direttrice del Parco è stata il grande numero di soggetti coinvolti. “Il meccanismo di adesione – spiega Zanichelli – ha coinvolto anzitutto le guide: abbiamo fatto lavorare tutti e ciascuno ha proposto itinerari relativi a tutti i Comuni elbani e differenziati a seconda delle difficoltà e dell’esperienza degli escursionisti”. Poi ci sono state le proposte d’autore. “Se si va a visitare un bel posto – spiega Zanichelli – dove esistono delle belle strutture o delle attività da scoprire perché non farlo? Moltissime aziende hanno aderito e offerto iniziative completamente gratuite per il Parco. Inoltre mi preme ringraziare gli alberghi che hanno ospitato gratuitamente i testimonial del Festival intervenuti all’iniziativa anzitutto grazie all’impegno del nostro presidente, Mario Tozzi”.
Sull’isola per il Walking sono arrivati tanti stranieri “ma anche molti elbani – continua la direttrice del Parco – hanno partecipato alle escursioni e colto l’occasione per vivere in modo diverso il proprio territorio”.
Cosa invece è mancato? Zanichelli non ha timore ad ammettere che alcune cose potevano essere fatte meglio. Anzitutto il Parco avrebbe voluto mettere a posto un maggior numero di sentieri sui quali, comunque, si è intervenuti grazie alle risorse della Regione. “E poi – spiega – non sempre i servizi di trasporto interno sono risultati adeguati. Se dovessi pensare a un aspetto sul quale lavorare per il futuro direi che dovremmo sforzarci per far sentire la manifestazione come qualcosa di proprio a tutte le realtà dell’isola, pubbliche e private”.
Valentina Landucci, da “Il Tirreno”, pagine Elba