Italia Nostra a proposito del sito archoelogico di San Quirico

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Il panorama dell’edilizia religiosa nel riese annoverava, nel Medio Evo, almeno quattro chiese maggiori, oltre ad un numero non definito di oratori, cappelle ed edicole. Di tali chiese, due, attualmente, sono individuabili, in pratica, solo attraverso i toponimi, San Felo e San Menna (Bennato, nell’uso locale), mentre di una terza, dedicata a San Quirico, sopravvivono resti piuttosto significativi e comunque leggibili.
Per un singolare destino, successivamente al loro abbandono, tutti e tre gli edifici sono stati inglobati in strutture abitative o produttive, diventandone parte e perdendo la loro originale tipologia, tanto da non risultare registrati nella documentazione catastale. Da ciò discende che non esiste alcun vincolo che li riguardi, ma anche la necessità di crearne, relativamente alla chiesa di San Quirico, per la quale è possibile pensare ad un restauro conservativo, previa bonifica del resede. Ciò appare tanto più opportuno in quanto l’area che la comprende restituisce materiali databili tra il V-IV sec. a.C. e l’Età rinascimentale, oltre che residuati di metallurgia del ferro. E’ da notare, altresì, che la chiesa è inseribile in un percorso culturale di rilievo, comprendente il centro di Rio nell’Elba, con le sue fortificazioni e il suo museo archeologico; la chiesa di Santa Caterina, con l’officina medievale studiata dal compianto prof. Riccardo Francovich; la Torre bastionata quattrocentesca del Giogo o Giove e i cantieri in quota delle miniere di ferro. Essa, infine, costituisce attualmente l’unica testimonianza della trascorsa esistenza di un abitato dalle origini assai antiche, Grassera, decaduto anche in seguito alle grandi invasioni musulmane della metà del XVI secolo, fino alla sua scomparsa, dopo aver avuto una considerevole importanza nel Medio Evo. Il suo titolo vive ancora oggi, collegato a quello di San Giacomo Apostolo, naturale della chiesa parrocchiale di Rio.
La Sezione di Italia Nostra Arcipelago Toscano, mentre conferma i passi già fatti senza pubblicità presso il PNAT e il Comune di Rio Marina, volti a sensibilizzare verso un’emergenza architettonica che più segnalazioni danno per minacciata da interventi che la condannerebbero alla scomparsa, come quelle prima ricordate, avverte che non lascerà niente di intentato per salvaguardare il diritto della comunità riese a riconoscersi nella propria memoria, intesa anche come un bene da offrire a quanti, tra gli ospiti, eleggono il nostro territorio a meta dei loro soggiorni.

Cecilia Pacini

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