Lo sciopero contro la flessibilità non convince i lavoratori Piaggio. Dei 251 dipendenti impegnati ieri sulle linee, in quello che è stato il primo sabato della stagione, meno del 10% ha scelto di aderire alla protesta indetta dai metalmeccanici aderenti a Cgil. «Abbiamo voluto dare un segnale politico ai lavoratori, alle altre sigle sindacali e all’azienda – afferma David Belcari della Rsu Fiom – Il nostro sindacato c’è e vuole gestire l’accordo integrativo in tutti i suoi aspetti e nell’interesse dei lavoratori. Sapevamo che sarebbe stato difficile convincere i lavoratori a termine ad aderire alla protesta». Due le linee in funzione ieri, ai reparti veicoli e motori, per un solo turno. Lo sciopero non è riuscito a fermare la produzione. L’adesione è stata bassa e nessuno lo nega: dal 10% il dato potrebbe anche scendere di qualche punto, poiché la cifra fornita da Piaggio comprende anche le assenze per altri motivi. «L’azienda, che assume e chiede flessibilità a piacimento, ci ha comunicato il calendario produttivo solo fino alle ferie d’agosto – spiega Belcari – A settembre non sappiamo quale sarà lo scenario che avremo di fronte. Saremo tutti in cassa integrazione?». Uno scenario che preoccupa. «Per far fronte alla produzione stagionale la Piaggio ha aumentato il numero di assunzioni a termine rispetto al 2008. Il problema è garantire una durata dei contratti almeno non inferiore a quella dell’anno scorso, ovvero di sei mesi. L’azienda non dà garanzie, ma al contrario pensiamo sia una strategia per raggiungere un obiettivo preciso. Aumentando il numero della assunzioni, ma con contratti più corti, un contrattista dovrà aspettare molti più anni per il raggiungimento dei 42 mesi, che salgono a 50 anche se per una sola volta è stato interinale, previsti dall’accordo per il passaggio a part time verticale a tempo indeterminato, impedendo così agli ultimi assunti anche di entrare nel bacino di riferimento per essere richiamati l’anno successivo». Il primo sciopero dopo la firma dell’accordo sull’integrativo aziendale, contro il lavoro al sabato e la flessibilità, ha denunciato ancora una volta la spaccatura del fronte sindacale. «L’insoddisfazione per l’integrativo sta maturando anche tra le Rsu delle altre sigle sindacali – dice Belcari – Giovedì l’azienda ci ha comunicato la cifra relativa al premio di produzione trimestrale. Conti alla mano si sono persi 50 euro al mese. Lo scorso anno, infatti, avevamo riscosso 190 euro metre quest’anno siamo a 106. Insomma, i parametri che sono stati definiti nell’integrativo possono essere modificati». Manolo Morandini |