Roma – Il suo nome sulle liste del Pdl ormai c’è e non può più essere cancellato. Per questo, se dovesse raccogliere i voti necessari, Roberto Lassini, l’uomo che ha fatto affiggere a Milano i manifesti con scritto “Via le Br dalle procure”, potrebbe entrare di diritto al consiglio comunale meneghino. Poco importa che sia dovuto intervenire anche il presidente della Rapubblica per condannare il gesto scellerato. Con il placet del presidente Berlusconi nessuno, almeno nel Pdl, si può più azzardare a dire nulla. O forse no.
Il sindaco Letizia Moratti, che aveva chiesto a Lassini di fare un passo indietro arrivando a dire “o me o lui”, non ci sta. E nonostante l’autore dei manifesti, inserito nel registro degli indagati per vilipendio dell’ordine giudiziario, rivendichi il pieno appoggio di Berlusconi, il sindaco di Milano questa mattina ha cercato di liquidare la questione. “Per me – ha detto la Moratti – il caso Lassini è chiuso. Il segretario regionale del Pdl Mantovani ha in mano una sua lettera di dimissioni irrevocabili, secondo quelle che sono le modalità comunicate dal Viminale”.
Ma, come ha rivelato ieri in un’intervista a Porta a Porta, Roberto Lassini ha ricevuto una telefonata da Silvio Berlusconi nella quale il premier gli ha espresso “profonda solidarietà”. A questo punto Lassini è deciso a non mollare il suo posto nelle liste elettorali: “Mi sono informato bene – dice sicuro del fatto suo – e non c’è niente da fare per escludermi”. La telefonata del premier “mi ha commosso tantissimo – ha continuato Lassini – e mi ha convinto ancora di più a continuare nella battaglia a sostegno della riforma che solo il presidente Berlusconi potrà fare”.
Se ancora vi fossero dei dubbi su chi fosse il mandante morale di quei manifesti, questa telefonata pare fugare ogni dubbio. D’altronde era stato lo stesso presidente Berlusconi, prima che venissero affissi i manifesti anti-pm, ha parlare di “brigatismo giudiziario”.
Nei giorni scorsi anche Il Giornale della famiglia Berlusconi e il sottosegretario Daniela Santanchè si sono schierati al fianco di Lassini. Dalle pagine del quotidiano di via Negri il direttore Alessandro Sallusti ha lanciato la campagna “Io voto Lassini e Moratti”, dichiarando la propria intenzione di voto: “alle urne voterò entrambi, Moratti sindaco e Lassini consigliere. Mi sembra che i due possano tranquillamente convivere nel più grande partito popolare della Seconda Repubblica”. Sulla stessa lunghezza d’onda di Sallusti, Daniela Santnachè, intervistata su Radio24 da Giuseppe Cruciani, ha dichiarato pubblicamente il suo sostegno a Lassini: “Lassini lo voterei perché sono contro l’ingiustizia, perché sono stufa di questi magistrati, pubblici ministeri, procure”.
Se il 15 maggio gli elettori milanesi dovessero seguire queste indicazioni di voto, Lassini potrebbe avere il suo posto in consiglio comunale. Con buona pace della Moratti.