Roma – Dopo il dietrofront sul nucleare, il governo annuncia di voler fare un passo indietro anche sulla privatizzazione delle risorse idriche. Questa mattina a Radio anch’io il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha dichiarato che sulla questione “sarebbe meglio fare un approfondimento legislativo”.
Così, dopo l’emendamento che abroga le norme previste per la realizzazione degli impianti nucleari, l’esecutivo potrebbe metter mano ad un altro provvedimento che di fatto blocchi anche il referendum sull’acqua.
L’opposizione insorge. “Dopo il tentativo di scippare il referendum sul nucleare ora il governo tenta di mettere mano anche al referendum contro la privatizzazione dell’acqua. Siamo di fronte ad un furto di democrazia”, affermano il leader di Sel Nichi Vendola e il verde Paolo Cento.
È abbastanza evidente che il governo teme i referendum previsti per il 12 e 13 giugno e cerchi in ogni modo di evitare una grande partecipazione. In programma, oltre ai due quesiti sulla privatizzazione dell’acqua e a quello sulla costruzione delle centrali nucleari, ce n’è un quarto, proposto dall’Italia dei Valori, che è il più temuto dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: quello sull’abrogazione del legittimo impedimento.
E proprio il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, in un’intervista rilasciata a Julie News, definisce le azioni messe in atto dal governo per cercare di fermare i referendum “atti anticostituzionali, antidemocratici e quindi in violazione della Costituzione, che prevede espressamente all’articolo 75 l’istituto del referendum come massima espressione di democrazia”.