Milano – Prima di entrare in aula per il preocesso Mediatrade, il premier Silvio Berlusconi apre alla mozione della Lega sull’intervento italiano in Libia. “Trovo la mozione una presa di posizione ragionevole – ha detto Berlusconi – e potremmo approvarla integralmente o modificarla in parte”. E riguardo una possibile crisi di governo, il premier afferma che la tenuta della maggioranza “non è mai stata in dubbio”.
La mozione del Caroccio, articolata in 6 punti, punta a porre fine alle ostilità attraverso l’indicazione di una data certa per la cessazione delle operazioni militari da parte dell’Italia.
Berlusconi ha poi minimizzato le minacce di Gheddafi, che nei giorni scorsi aveva dichiarato di voler attaccare l’Italia. Secondo il presidente del Consiglio si tratta soltanto di “una reazione di fronte alla delusione che il leader libico ha nei confronti dell’Italia, a cui il suo paese è legato dal trattato di amicizia”. Sulla stessa linea anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni, secondo il quale “le minacce di Gheddafi non possono rientrare nell’ambito delle attività terroristiche”.
Nel dibattito sulla missione in Libia interviene anche il presidente Giorgio Napolitano. Una nota del Quirinale sottolinea come “resti esclusiva responsabilità del governo e del Parlamento la decisione sulle mozioni”. Il Colle ha inoltre smentito la notizia di una telefonata tra il presidente Napolitano e il segretario del Pd Pier Luigi Bersani in merito all’intervento in Libia.