Non sono incoraggianti per il Governo i dati che emergono dall’ultimo sondaggio Ipr Marketing. Stando alle rilevazioni, infatti, la fiducia nel premier Silvio Berlusconi risulta franata al 29%. Un crollo tangibile e costante che si accompagna al basso gradimento dell’intera coalizione di governo Pdl – Lega Nord, ormai ferma al 39%, superata nei numeri dell’ipotetica alleanza di centrosinistra Pd – Sel – IdV-Psi e Radicali, salita al 42.5 %. Buona si dimostra l’attenzione verso il Terzo Polo che si attesta sul 13,5 % e nei confronti del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo al 2.5 %.
Sulle percentuali emerse dall’analisi è intervenuto Oscar Tortosa, responsabile per la Politica Interna dell’Italia dei Diritti: “Gli ultimi sondaggi danno il Cavaliere in calo netto per il popolo italiano. Le elezioni amministrative a Milano e Napoli prima e il referendum poi hanno testimoniato la volontà popolare di cambiare registro. Ha ragione Di Pietro quando afferma che non sono stati i partiti a vincere bensì il popolo perché, osserviamo ormai da giorni, c’è una forte voglia di rinnovamento dopo 17 anni di governo Berlusconi. Un bisogno di superare questa visione liberista della società nella quale meno gente è più ricca e sempre più italiani sono ancora più poveri. La maggior parte dei cittadini si è impoverita e a loro discapito, i pochissimi privilegiati si sono arricchiti e sono diventati ultramiliardari. Ogni giorno – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – leggiamo sui giornali di evasioni fiscali compiute da persone abbienti, ricchi che evadono le tasse e ingannano lo stato con le loro frodi. Dopo anni spesi a porci il problema di come tornare ad appropriarci della gestione democratica della vita di questo paese, oggi i segnali sono chiari”.
L’intesa, sempre meno efficace, tra il Pdl e il Carroccio, e la maggiore diffidenza nei confronti di Silvio Berlusconi, emergono nelle rilevazioni e dalle urne. Soltanto a gennaio scorso il Premier aveva un apprezzamento al 40%, oltre dieci punti più alto rispetto ad oggi, a risentirne è anche l’Esecutivo, gradito unicamente al 23% degli interpellati. Un momento apparentemente propizio per l’attuale opposizione, che però non riesce a gioirne pienamente, data la mancanza di coesione e di un programma di alternativa.
Proprio su questo punto è chiaro il pensiero di Tortosa: “I partiti del centrosinistra devono compattarsi nell’elaborazione di un programma preciso, che indichi quali sono le priorità da affrontare in questa visione di alternanza gestionale della vita pubblica. Concordo con Di Pietro quando afferma la necessità di un tavolo per predisporre interventi e proposte da presentare agli italiani e, in base a queste, assumere un impegno serio, non solo per quanto concerne il centrosinistra ma anche per il polo di centro, nel caso disponibile a vivere questa esperienza comune. Proprio da questa intesa – conclude Tortosa – nascerà l’indicazione su chi sarà il premier del prossimo governo, perché dai fatti ormai emerge sempre di più che i cittadini cercano il cambiamento. Questa voglia deve costituire lo stimolo per ricercare le intese comuni sulle quali dobbiamo investire e muoverci”.
“conclude Tortosa – nascerà l’indicazione su chi sarà il premier del prossimo governo, perché dai fatti ormai emerge sempre di più che i cittadini cercano il cambiamento.”
Il cambiamento di che cosa? Il risultato dei quattro referendum è la vittoria dei restii, dei passisti, dei timorosi di ombre vaganti. L’Articolo di Tortosa mette in risalto la confusione tra concorso di circostanze e concorso di menzogne che ha condizionato l’esito referendario; almeno su tre quesiti.. Al Centro Mediterraneo di Nizza , l’ex ministro Claude Allegre, ha illustrato brillantemente il motivo che spinge la Francia a rimanere nel nucleare. Fukushima non è una catastrofe nucleare, ma un incidente nucleare sul quale i numeri dei morti rimane da stabilire contro i 30.000 causati dal tsunami. La Francia,( e parte dell’Italia) non è soggetta a certi sismi né a uguali tsunami e paragonare Fukushima alle centrali francesi, non ha nessun senso. Le centrali francesi( quelle programmate forse, dall’Italia) sono più sicure degli stabilimenti chimici o certe fabbriche di montaggio. ( Consideriamo i morti sul lavoro in Italia) Chi uccide di più nel mondo, sono le automobili, e tuttavia non si pensa di sopprimerle, (anzi, se ne producono sempre di più veloci e possenti). Fermare il nucleare in Francia, significherebbe chiudere l’elettricità alle nove di sera. (E di rimando, alle 16 in Italia) Quando manca il vento le pale eoliche non girano, (inoltre fanno rumore e disturbano la TV) La Germania ha posto una moratoria, un limite al nucleare. Nei prossimi cinquant’’anni avremo una tecnologia difficile da immaginare. Nel contempo comprerà elettricità alla Francia(come l’Italia) e con le sue centrali a carbone, avvelenerà la nature con le piogge acide. La gestione dei residui, l’ex ministro riconosce che la situazione non è ancora sicura, ma anche non preoccupante. A queste indicazioni rassicuranti, l’Italia ha risposto con manifestazioni vociferanti di piazza, come se avesse messo a morte il drago di San Giorgio o scalzato chissà quale tiranno. Manifestazioni che dicono “mai al nucleare e mai al progresso se i probabili doveri intaccano i diritti sul lavoro, l’ eticità cattolica sulla conoscenza e il diritto a una vita d’accordo con chi la deve portare avanti, solo per restare adagiati sulla mediocrità e l’incertezza attuale, che poco hanno in comune con Berlusconi ma piuttosto con la crisi mondiale e il nuovo assestamento.? E dell’acqua, ne ho già parlato ampiamente, prendendo ad esempio Monaco, dove si paga, ma è sicura e abbondante a ogni momento e dove, guarda caso, i muri delle case sono impeccabili e le strade pulite. Certo, Monaco non fa testo, ma potrebbe fare esempio. Ameglio.