Roma – “Oltre ad essere moralmente sbagliata, la pubblicazione delle intercettazioni penalmente irrilevanti è anche un reato da perseguire. Queste gettano un certo disdoro a chi nulla ha a che fare con l’inchiesta. Ma nessuno si fa carico di riparare al torto”. Il governo, per bocca del ministro della Giustizia Angelino Alfano, interviene a testa bassa sulla pubblicazione delle intercettazioni emerse dall’inchiesta sulla P4. E da Bruxelles il premier Silvio Berlusconi dichiara: “Non è un Paese civile quello in cui non c’è garanzia dell’inviolabilità delle conversazioni telefoniche che poi appaiono sui giornali senza che abbiano un risvolto penale”.
Parole che confermano l’intenzione da parte di governo e maggioranza di accelerare sul divieto di pubblicazione delle intercettazioni. Anche il ministro degli Esteri Franco Frattini parla di “una buona legge” da approvare “entro agosto”.
Il governo evidentemente ha timore di quanto potrebbe emergere dalle conversazioni intercettate nell’inchiesta sulla P4. Colloqui nei quali è presumibile che siano coinvolti, anche non da un punto di vista penale, esponenti dell’esecutivo e della maggioranza.
Di fronte alla volontà del governo di mettere nuovamente mano a una legge bavaglio, il Pd è pronto a discuterne, purché si intervenga “a monte”, cioè non sulla stampa. “Noi abbiamo una posizione – ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani – abbiamo presentato già da tempo un ddl che porta il problema alla fonte, con meccanismi per cui non vengano divulgate intercettazioni che non ha senso divulgare, che incidono sulla privacy senza avere attinenza con le indagini”. Il Pd è dunque favorevole ad una legge che vieti la pubblicazione delle intercettazioni giudicate irrilevanti ai fini dell’inchiesta, ma che mantenga questo strumento di indagine per i magistrati.
Nessuna apertura, invece, da parte dell’Idv. “No a leggi bavaglio – ha detto il capogruppo alla Camera Massimo Donadi – È assurdo che il centrodestra pensi ad una legge sulle intercettazioni quando le priorità del Paese sono ben altre, a partire dalla crisi economica e sociale che sta attanagliando l’Italia”.
Il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore, titolare dell’inchiesta sulla P4, non si capacità che si discuta di cosa sia lecito pubblicare invece di scandalizzarsi per il contenuto delle intercettazioni. “Io vorrei vedere un po’ di indignazione per i contenuti – ha detto Lepore – invece si cerca di delegittimare i magistrati dicendo che cerchiamo pubblicità, il che non è vero”. Secondo il procuratore, le parole di Alfano sono “dettate da una motivazione politica”.