I rappresentanti degli enti locali, regioni provincie e comuni, sono usciti dalla riunione con Berlusconi e Tremonti e la manovra non la tirano giù. Anzi.
ED è Roberto Formigoni ad andarci duro: “Il federalismo fiscale non esiste più. Siamo alla terza manovra e già quella del 2010 pesava molto sulle Regioni. I tagli previsti nel luglio 2011 pesano per il 50% su Regioni quando queste pesano sulla spesa totale solo per il 16%. Quindi gli ulteriori tagli comportano ulteriori pesanti sacrifici per le Regioni”.
“E’ Una manovra iniqua e completamente inaccettabile – ha detto il vicepresidente Anci Graziano Delrio – ci siamo seduti a questo tavolo con l’aspettativa di una revisione seria delle manovre precedenti. Ai Ci aspettavamo di poterci sedere per rivedere il Patto di Stabilità. Siamo di fronte all’ennesima operazione chirurgica. Il ministro Tremonti, come un chirurgo al tavolo operatorio, preleva fegato e intestino al malato, ma non lo guarisce. Che comincino a guardare in casa delle amministrazioni centrali. Ci appelliamo quindi al presidente del Consiglio – ha spiegato – perchè cambi l’impostazione della manovra. Altrimenti, tra sei mesi, saremo ancora qui a parlare dell’ennesima manovrina”
Idem il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione: “la manovra è iniqua e incide sul percorso di federalismo fiscale e non guarda alla ripresa è assolutamente depressiva”.