Il laboratorio politico di Calvignano

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Il Consiglio Comunale di Calvignano, in "rosso" la consigliera Caricato
Calvignano – A Calvignano laboratorio politico. Parliamo di un piccolissimo Comune del Pavese, Calvignano, dove all’esito della tornata elettorale delle ultime amministrative ai cinque consiglierei della Lista Civica comunale si sono aggiunti due nuovi eletti nella Lista Pirateparty.it.

Nel discorso di insediamento del 24 maggio u.s. la Consigliera Francesca Caricato, nel frattempo dimissionaria dal Pirateparty.it, ha voluto tracciare alcune delle linee guida della propria idea di organizzazione politica, concentrando il proprio interesse sulle problematiche di “stato sociale” di cui si occupava già come Responsabile Welfare del Pirateparty.it.

Pur dal Consiglio Comunale di un piccolo Comune, non si è voluto rinunciare a disegnare un’idea politica con ambizioni oltre il ocalismo, contestualizzandola in un’ottica ideologica che negli intenti originari avrebbe dovuto informare l’ideologia del partito, in tal modo riportandosi ad un’idea di politica trramontata col berlusconismo, ma che la stessa cosnigliera ritiene ancora valida sul piano del ritorno a valori etici e culturali che guidano e dirigono l’azione politica e che, a suo avviso, sono la struttura portante, il telaio di un’azione politica seria e di vocazione nazionale. Si tratta di valori che i partiti tradizionali non hanno e che il Movimento di Grillo non concretizza, svilendo la politica al localismo della lista civica che non può rilanciare una Nazione e che non dà certezze di intenti, in un contesto politico sempre più vuoto perchè privo di riferimenti culturali ed ideologici.

Questo è un primo approccio che si andrà dipanando in cinque anni di amministrazione.

La scelta di intervenire in comuni così piccoli è stata, infatti, di tipo sperimentale sulla base di una concezione della politica che privilegiasse il rapporto diretto e personale tra l’elettore ed il suo rappresentante, così da attuare di fatto il principio di democrazia diretta, dove il cittadino opera in stretta simbiosi col suo rappresentante, stimolandone e controllandone l’operato. In quest’ottica, l’intenzione è quella di individuare in Calvignano, il Comune “pilota”, nel quale approntare un laboratorio politico i cui risultati ed obiettivi possano riproporsi su scala nazionale.

Calvignano non sarà una mera realtà territoriale isolata, ma il punto di partenza per promuovere una nuova idea di politica che, riappropriandosi di un rapporto tra il Cittadino e le Istituzioni, basato sul mandato nel suo esclusivo interesse, stimoli l’aggregazione partecipativa e la creatività del gruppo sociale non soltanto con riguardo alla normale amministrazione del proprio territorio, ma come fucina di sperimentazione politico-culturale per una nuova società sostenibile e per una nuova idea di Stato.

In quest’ottica, perciò, Calvignano diventa un “manifesto politico-culturale” dove, di concerto con le altre forze politiche, si vuole attuare, grazie alle logiche che presiedono alla sua amministrazione in quanto piccolo comune, una serie di proposte politiche che sono espressione dei valori e degli ideali che la Consigliera ha provato ad illustrare a fondamento della sua azione politica.

Il primo valore che da Calvignano rilancio, e che si esprime proprio con la scelta di questo piccolo Comune come “Comune modello”, si riassume nella concezione che la politica si faccia tra la gente e per la gente, rifiutando ogni atteggiamento di lontananza, proprio di questa Seconda Repubblica, dei politici dalle esigenze della Gente, dai bisogni del Popolo, dal sentimento della Nazione.

Spiega la Consigliera:”Il secondo valore che vorrei esprimere e riuscire ad attuare sul territorio si esplica in un’idea di “stato sociale” che riqualifichi l’uomo e il territorio nel rispetto della tradizione e della qualità della vita, investendo su queste per disegnare e sviluppare nuove forme di accesso al benessere economico e sociale del territorio. In tale prospettiva, e compatibilmente con i fondi a disposizione del Comune, mi piacerebbe che si stanziassero delle somme, anche di entità simbolica, per i nuovi nati nel Comune da versarsi fino al 18° anno di età in un’ottica da c.d. “womb to tomb State”(dall’utero alla tomba) che individuino forme di accantonamento di cespiti per consentire al cittadino, al compimento della maggiore età, una maggiore responsabilizzazione e capacità di autodeterminarsi nel reimpiego di tali somme in ambito lavorativo o di studio, svincolandosi dalla dipendenza familiare. Parimenti, al fine di riqualificare un territorio spopolato, sarebbe auspicabile, -in un’ottica di recupero delle tradizioni, ma anche di reinterpretazione evolutiva delle stesse tramite percorsi sperimentali e formativi,- approntare, di concerto coi Comuni limitrofi e in linea anche col progetto “Borghi e Castelli”, progetti per l’apprendistato dei mestieri entro un modello che promuova qualità ed autosufficienza del territorio. Sempre all’interno di questo concetto di “stato sociale”, e in considerazione dell’alto numero di cittadini appartenenti alla fascia di popolazione anziana, vorrei portare in Consiglio comunale delle proposte, seppur di tipo assistenziale, combinate però possibilmente ad iniziative di riqualificazione del territorio. Penso, per esempio, a progetti di pet-therapy che coinvolgano gli anziani, ma anche i bambini, in collaborazione con gli altri comuni limitrofi, sviluppando iniziative e progetti anche di tipo imprenditoriale per l’impiego e la tutela degli animali. Si tratterebbe di un’iniziativa sperimentale tra le prime in Italia e potrebbe comportare anche fonte di reddito. Allo stesso modo, in un periodo di emergenza sociale ponendosi così forte e così “demanding” il problema della povertà degli uomini separati, in collaborazione coi comuni limitrofi, potrebbero essere riqualificate strutture in disuso del Comune per consentire un temporaneo approdo a situazioni di emergenza abitativa di questo tipo, ponendosi come polo di attrazione per tutta l’area limitrofa, anche in considerazione del fatto che Calvignano è troppo piccolo e probabilmente non affronta direttamente questa emergenza per approntare soluzioni di questo tipo ad uso e consumo del solo comune. Sarebbe anche questo, però, un modo per far rivivere il territorio e conferire un ruolo al paese”.

Se nell’ottica della consigliera uno dei valori imprescindibili è rappresentato dalle poltiche familiari, il diritto alla casa si lega alle stesse in modo diretto, così che una proposta immediata e diretta, purtroppo non raccolta in prima battuta dal Consiglio, è stata quella di non far pagare l’IMU ai concittadini di Calvignano“.

Eppure, sostiene la Consigliera, si tratta di una facoltà riconosciuta al Sindaco, ben potendo reperirsi i fondi relativi da attività turistico-culturali che verranno via via proposte.

Ancora, propone la Consigliera, che Calvignano non si rivolga ad Equitalia come concessionario di riscossione in ragione dei metodi adottati dall’ente nel recupero dei crediti nei confronti degli esecutati e degli scarsi controlli effettuati anche previa richiesta degli interessati sull’effettiva debenza delle somme.

In periodo di crisi finanziari e di suicidi per ragioni economiche chiedo che il Comune non si renda complice con Equitalia di un simile strozzinaggio, potendo da un lato porsi come Comune simbolo di resistenza a usurai e strozzini e dall’altro aprire una discussione nella società civile sul tema.

Calvignano è comune in cui non è presente alcuno sportello bancario. In spregio al sistema usuraio delle banche e della finanza internazionale, rimane ferma ogni opposizione all’eventuale apertura di sportelli bancari presso il Comune, che, in esaltazione dei valori della Persona, dovrà rimanere simbolo scevro da ogni condiscendenza alle pratiche della mercificazione e di monetarizzazione che informano i rapporti della società in cui viviamo.

Concludendo, l’azione politica e la ricostruzione di una Nazione che abbia delle prospettive dovrebbe semplicemente passare tramite la reale attuazione dell’art. 1 della Costituzione Italiana, che è il fulcro e la direzione per ogni azione politica. Se, infatti, si creassero delle condizioni per le quali la flessibilità del lavoro, cui ormai si è condannati, comportasse, però, una facilità di ricollocarsi e uno sviluppo di nuove forme di imprenditorialità che, creando mercato, facessero girare le idee e stimolassero la creatività e lo sviluppo della persona umana all’interno delle formazioni in cui il lavoro si esplica, parimenti confrontando la realizzazione lavorativa con metodi di sviluppo e supporto dei sevrizi alle famiglie, in un’ottica non afflittiva come l’attuale, ma collaborativa di interazioni tra ilmercato del lavoro e le poltiche sociali, avremo lavoratori contenti, più produttivi, meno costosi per le aziende, e l’innalzamento del benessere delle persoen che possono pensare un futuro e se riesci a pensare un futuro sei capace di realizzarlo.

Al contrario i suicidi dimostrano che non è più possibile sognare per molti.

Una società che non sogna muore.

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3 Commenti

  1. dalle dichiarazioni di questa sedicente esponente del “finto partito pirata” o meglio pirateparty.it (in quanto in italia esistono 2 partiti pirata in lotta come bambini sulla proprietà del marchio) : “un’idea di politica tramontata col berlusconismo, ma che la stessa cosnigliera ritiene ancora valida sul piano del ritorno a valori etici e culturali”
    a questa consigliera chiederei se ha in mente i valori etitci e cultuirali del berlusconismo: LA MIGNOTTOCRAZIA ed il BUNGA BUNGA..ma che bei valori morali..complienti! annamo proprio bbene!!

  2. Le proposte sono interessanti. Auguriamoci che si possano realizzare, anche se non tutte, dato il momento difficile cha stiamo vivendo, per gurdare fiduciosi al futuro con la prospettiva di vivere una vita migliore. Come dice la consigliera, una scoeità che non sogna muore, e noi non vogliamo morire

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