Migrazione: sembra una minaccia, ma in realta’ e’ una opportunita’ che non dobbiamo assolutamente perdere

La proposta di Riccardo Cacelli: un "Ministero delle Migrazioni e della Solidarieta’"

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Londra – L’italia e’ la settima potenza industriale al mondo e la seconda in Europa.
E’ possibile che non sia in grado di gestire i flussi migratori?
Si e’ possibile!
E’ possibile perche’ la politica cavalca la paura degli italiani verso il diverso di colore, di cultura, di religione, di razza., ottenendo voti e di conseguenza potere.
Quindi perche’ la politica dovrebbe dire e fare il contrario?

Sta a noi, con i nostri valori cristiani, far aprire gli occhi agli italiani.

Se e’ vero, come e’ vero, che l’immigrazione e’ uno dei principali problemi della societa’ italiana ed europea, perche’ non si adottano gli strumenti idonei per gestire al meglio la situazione?

Forse perche’ oggi la politica italiana crede che l’immigrazione sia un problema di ordine pubblico.

No! E’ un problema di natura sociale.

Dobbiamo considerarlo per quello che e’: i flussi migratori ( vi ricordate i Longobardi? … siamo quasi tutti discendenti di quel flusso migratorio…) determinano l’evoluzione di una societa’, che crescera’ e che diventera’ cosmopolita per poter reggere la globalizzazione.

Credo che sarebbe quindi necessario in Italia un “Ministero delle Migrazioni e della Solidarieta’” (per immigrati stranieri ed emigranti italiani) per dare servizi di prima assistenza e nell’espletare le pratiche burocratiche, di controllo e verifica dei flussi, del controllo dei lavoratori e dei datori di lavoro, ed azioni d’integrazione culturale e di volontariato (ambientale, sanitario, educativo, sportivo, etc.etc.).

Questo significherebbe alleggerire di un grosso fardello il Ministero degli Interni   che potrebbe destinare uomini e mezzi verso altre attivita’ di lotta alla criminalita’.

Per esempio: un accordo tra Ministero delle Migrazioni della Solidarieta e Ministero della Difesa per utilizzare finalmente le 1500 caserme dismesse (milioni e milioni di mq.) dislocate su tutto il territorio nazionale e renderle disponibili anche per gli italiani che per vari motivi hanno bisogno di un tetto.

Un’altro esempio: accordo con il Ministero dell’Istruzione per coinvolgere i migranti nell’insegnamento della geografia e della storia.

Un’altro esempio ancora d’integrazione: accordo con il Ministero dell’Ambiente per il coinvolgimento dei migranti in azioni di bonifica e manutezione del territorio italiano.

E’ utopia? Forse.

Intanto dobbiamo stare a quanto fanno gli attuali governanti.
Alcuni di questi conoscono molto bene come si fanno i selfie e come si postano sui social ma non conoscono la geografia.

La Repubblica di Malta nei giorni scorsi lo ha dimostrato, smentendo a livello internazionale Salvini, pubblicando una mappa dalla quale si vede che la nave dell’Ong con i profughi a bordo e’ piu’ vicina a Lampedusa che non a Malta.

Inoltre i numeri demografici ed economici dell’Italia dicono della necessita’ di avere migranti. Ultima la dichiarazione del presidente dell’Inps che parla di rischio pensioni se il numero dei migranti non sale.

Infine non dobbiamo perdere di vista la cosa principale: si parla di persone, di essere umani.

Dobbiamo capire che ogni volta che un migrante muore, muore anche un piccolo pezzo della nostra anima.

Forse non ce ne accorgiamo immediatamente, ma poi iniziamo a scrivere post aridi carichi di cattiveria, desriviamo l’intolleranza verso i veri poveri, e crediamo, senza aprire gli occhi e la mente per informarsi adeguatamente, a tutto quello che una politica assetata di potere ci vuol far credere.

L’Italia sta perdendo i suoi valori, che l’hanno resa inimitabile, a spese della paura che le rendera’ agli occhi del mondo, sempre inimitabile, ma per altre ragioni.

Nell’economia (Analisi Swot) si afferma che una impresa da una minaccia deve essere in grado di farla diventare un’opportunita’.

E questo vale, secondo me, anche per l’Italia con la migrazione.
Sembra una minaccia, ma in realta’ e’ una opportunita’ che non dobbiamo assolutamente perdere.

Riccardo Cacelli

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