Il manifesto promosso da Terra Futura e firmato da un ampio cartello di associazioni, che avanza e sollecita una proposta di riforma della finanza “per un’economia civile e solidale”, sarà postato nel blog di discussione pubblica aperto dall’Ocse in vista del G8 per la definizione dei nuovi “Global legal standards” per l’economia e la finanza mondiale.
L’invito a prendere parte in tal modo al dibattito mondiale dei prossimi giorni è venuto direttamente dal Governo italiano, e fa seguito all’incontro, avvenuto nei giorni scorsi, tra il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e una delegazione delle realtà promotrici e partner di Terra Futura (Cisl, Banca popolare Etica, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Acli, Arci, Caritas e Legambiente) e delle numerose altre associazioni aderenti al manifesto (tra cui Azione Cattolica Italiana, Campagna per la riforma della Banca Mondiale, Cgm, Goel, Libera, Altro mercato,…).
Il documento, illustrato in quell’occasione al ministro, è promosso da Fiba-Cisl e appoggiato da Banca Etica e dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica oltre che da importanti sigle del terzo settore, ed è stato presentato lo scorso maggio in occasione della sesta edizione della manifestazione: si tratta della risposta alla crisi nata da una riflessione che ha trovato genesi e alleanze proprio in Terra Futura, la mostra convegno delle buone pratiche di sostenibilità che ogni anno è punto di incontro delle buone pratiche di vita, produzione, consumo e governo: un “laboratorio” di proposte concrete per un’economia più equilibrata, pulita, socialmente responsabile.
Dall’incontro, a cui hanno preso parte tra gli altri il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, Sabina Siniscalchi della Fondazione Culturale di Banca Etica, il presidente delle Acli Andrea Olivero, è emersa la disponibilità del ministro Tremonti ad avviare un percorso di confronto a tappe con tutte le organizzazioni che compongono il cartello di “Terra Futura”, a partire appunto dal vertice del G8 de L’Aquila. In autunno, poi, il confronto proseguirà in un convegno pubblico, organizzato dalle associazioni partner di Terra Futura, a cui lo stesso ministro ha già confermato la propria presenza, in vista di una verifica delle proposte che saranno discusse nel prossimo G20 di Pittsburgh.
Il manifesto “Riformiamo la finanza per un’economia civile e solidale” intende stimolare il dibattito e propone soluzioni e regole – che si distinguono per concretezza e fattibilità – per il risanamento dell’economia e della finanza, contro la crisi di quel sistema che ha mostrato peraltro tutte le proprie vulnerabilità e storture. Quattro le aree d’intervento individuate, per ciascuna delle quali si indicano dunque azioni concrete: mercati finanziari, fiscalità, legalità, sostenibilità. Frutto della sintesi del confronto fra tutte le organizzazioni del cartello, il documento disegna le linee di un’economia e di una finanza alternative alla matrice culturale che ha scatenato la crisi, a partire da una Governance globale, una nuova Bretton Woods (la conferenza tenutasi nell’omonima cittadina statunitense, nel luglio 1944, che stabilì regole per le relazioni commerciali e finanziarie tra i principali paesi industrializzati del mondo) dotata di istituzioni democratiche, di poteri, di procedure sanzionatorie.
Perché riformare la finanza vuol dire soprattutto inserire regole per i soggetti e i prodotti del sistema. Rispetto alla fiscalità, oggi tutta a favore della speculazione finanziaria, la proposta chiede che le imprese socialmente responsabili certificate in quanto tali e il cui rating di responsabilità duri per almeno un triennio, possano godere di una fiscalità di vantaggio, e che le iniziative socialmente e ambientalmente sostenibili siano defiscalizzate.
Sul versante della legalità si chiede di accelerare tutte le procedure per consegnare alle cooperative sociali i terreni e i beni confiscati alla mafia; di abbassare la soglia del tasso usuraio; di garantire che le commodities, ossia le materie prime energetiche e alimentari, quelle che hanno avuto un impatto tremendo sulle aree povere del mondo, siano vigilate da un’Authority che ne assicuri la stabilità dei prezzi al fine di evitare effetti così dirompenti. Infine una tobin tax sulle transazioni valutarie e finanziarie di brevissimo periodo, quelle a natura speculativa, col cui gettito sarà possibile finanziare il raggiungimento dei Millennium Goals (Obiettivi del Millennio).
Spiega Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl: «I punti della nostra proposta di riforma hanno raccolto una ampia condivisione, e a partire da domani saranno a pieno titolo introdotti nel dibattito internazionale. La Cisl e le Associazioni di Terra Futura saranno impegnate nel prossimo autunno, in vista del G20 di Pittsburg, a far sì che il dibattito sui global legal standards sia sempre più orientato a obiettivi di governance globale, redistribuzione della ricchezza e delle risorse, riduzione delle povertà, salvaguardia del pianeta».
«È un risultato storico – commenta Giuseppe Gallo, segretario generale della Fiba Cisl -: le associazioni che da sempre rappresentano il cuore pulsante della società civile hanno trovato una importante sintesi – per la prima volta – sugli importantissimi temi della regolamentazione dei processi finanziari ed economici».
«Il Manifesto per la Riforma della finanza, promosso a Terra Futura nell’edizione del 2009 dopo un percorso iniziato nel maggio 2008 anticipando la crisi, è stato condiviso con le maggiori reti sociali italiane ed è un contributo importantissimo che nasce dal basso, da chi tutti i giorni è a contatto con i problemi ma anche con le energie più positive del nostro Paese» evidenzia Ugo Biggeri, presidente della Fondazione culturale Responsabilità Etica, che continua: «L’attenzione che il ministro dell’Economia ha voluto dedicare a questa iniziativa rappresenta per noi un riconoscimento importante a cui speriamo seguano altri momenti di confronto concreti. E’ anche la dimostrazione che con proposte concrete ed efficaci, la rete dei partner di Terra Futura, può riuscire a portare i temi del cambiamento verso un futuro sostenibile ai massimi livelli».
Aggiunge Fabio Salviato, presidente di Banca Popolare Etica: «Banca Etica nei suoi primi dieci anni di vita ha centrato il primo obiettivo che si era data: dimostrare – seppur su piccoli numeri – che è possibile fare finanza in modo etico, trovando il punto di equilibrio tra la giusta remunerazione dei risparmi e degli investimenti, il diritto di accesso al credito, la trasparenza, il sostegno a un’economia reale, solidale e pulita. Oggi, nel mezzo di questa gravissima crisi economica che ha smascherato l’insostenibilità del modello finanziario speculativo affermatosi negli ultimi decenni, la finanza etica ha dimostrato di poter rappresentare una proposta efficace, e che piccole banche organizzate su scala sovranazionale possono rappresentare un modello per il futuro del sistema finanziario Europeo. Si apre per noi la sfida del “contagio”. Il nostro successo si misurerà anche sulla contaminazione etica che sapremo dare all’intero sistema, e la partecipazione con i partner di Terra Futura al dibattito in seno all’OCSE sui Global Legal Standards è un passo più che mai significativo di questa nuova fase».
Un sistema, quello della finanza etica, che anche a livello mondiale dimostra di avere buoni “numeri”, se si pensa che 11 sue istituzioni (riunite nella Global Alliance for Banking on Values) hanno assets per 10 miliardi di dollari e 7 milioni di clienti in 20 Paesi.
Andrea Olivero, presidente nazionale Acli, infine sottolinea: «È apprezzabile il ripensamento di Tremonti riguardo a sue posizioni degli anni scorsi; è evidente che il ministro sta riflettendo sul fatto che quelle regole su cui hanno poggiato fino ad oggi l’economia e la finanza non soltanto non garantiscono sviluppo, ma anche hanno portato a una situazione in cui l’economia è senza prospettive di futuro. Un’economia a cui è chiesto oggi di allargarsi a contenuti etici, annullando finalmente la contrapposizione tra sviluppo ed etica. Noi realtà del terzo settore siamo consapevoli del nostro possibile ruolo in tal senso e abbiamo saputo dimostrare in questi anni tutta la praticabilità di percorsi “alternativi” di economia e di sviluppo. Anche l’enciclica del papa, ricorda Olivero, presentata proprio ieri in Vaticano evidenzia che «l’economia ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento», e sollecita a una “contaminazione” tra mondo profit e non profit invitando ad abbandonare queste strette categorie.