Angelino Alfano viene eletto segretario del Pdl e prima di tutto ci tiene a far sapere a Silvio Berlusconi che il suo obiettivo non è il regicidio. “Non abbiamo fretta di lasciti ed eredità”, dice il nuovo segretario del PDL, anzi chiede al Cavaliere di guidare ancora la coalizione alle prossime elezioni.
In una fase in cui tutti guardano già al dopo e con la Lega che sul punto si smarca, è forse atto dovuto ma comunque significativo. Berlusconi gradisce e si commuove. Eppure quello del ministro della Giustizia è un manifesto in cui, come nella migliore tradizione democristiana, si celebra il passato e contemporaneamente lo si sta già archiviando.
Alfano si rivolge agli elettori moderati , quelli persi per strada alle ultime amministrative, non perché abbiano votato l’opposizione ma perché non hanno più scelto il Pdl. “Dobbiamo chiedergli il nostro voto con orgoglio”.
Il Guardasigilli ammette che il governo di cui fa parte non è riuscito a fare tutto ciò che avrebbe voluto, ma solo “quello che era possibile” vista la crisi. E a proposito delle sue dimissioni da viale Arenula, non sono cosa di oggi, come invece era stato annunciato. E questo non tanto perchè non abbia fretta di scendere dagli aerei di Stato per salire sui treni e andare tra la gente. Piuttosto, è Silvio Berlusconi ad avere ancora bisogno di tempo per mettere a posto i tasselli del mini-rimpastino.
E così il Guardasigilli annuncia che rinvierà il suo trasloco a dopo l’approvazione del codice Antimafia e della semplificazione dei riti.
Definisce Silvio Berlusconi un “perseguitato”, ma spiega che altri – alcuni seduti anche nella platea che lo ascolta – non possono dire altrettanto. “Noi dobbiamo lavorare per un partito degli onesti”. Il Guardasigilli sottolinea che la sua nomina ha messo fine alla stagione del 70-30 tra ex Forza Italia ed ex An, ma allo stesso tempo manda un messaggio a quelli che pensano di ottenere qualcosa minacciando di usare le proprie quote di minoranza. Servono regole e sanzioni, è la sua promessa anche perché se Berlusconi si è annoiato a fare il monarca, “altri non si sono annoiati a fare gli anarchici”. Ovviamente non fa nomi, o meglio, le sue citazioni sono rivolte solo a personalità da ringraziare, anche Altero Matteoli e Claudio Scajola, un modo anche per dire che le diverse opinioni avranno il loro giusto spazio in quella che definisce una nuova del Pdl.
Oggi le critiche restano appena accennate, nelle richieste di primarie di Alemanno o di Cicchitto, nelle parole di Formigoni che chiede di non essere subalterni alla Lega e in quelle della Meloni che invita a riflettere sulle liste di elezione bloccate. Le perplessità e le cene di corrente di ieri, nell’Auditorium della Conciliazione lasciano fondamentalmente la scena all’acclamazione del nuovo segretario.
Da domani sicuramente se ne parlerà.