Elezioni europee 2019: come funziona il meccanismo di voto

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L’affluenza alle urne per le elezioni del Parlamento europeo ha registrato una costante tendenza al ribasso a partire dalla prima volta, esattamente quarant’anni fa. Negli ultimi quattro decenni è scesa dal 62% al 42%. Questo nonostante in alcuni Paesi, tra cui Belgio, Grecia e Bulgaria, il voto sia obbligatorio. Molte sono le ragioni, inclusa la difficoltà di spiegare come funziona la politica europea a Bruxelles ai cittadini.

Si vota con diversi sistemi elettorali: c’è chi troverà una scheda in cui potrà esprimere la preferenza ad un candidato, e chi potrà scegliere il partito o coalizione. La maggior parte dei cittadini europei si recherà alle urne domenica 26 maggio, altri invece voteranno il 23, 24 o 25 maggio.

Come peserà la Brexit?

Il numero dei deputati europei per il prossimo quinquennio è stato ridotto da 705 a 751 proprio a causa dell’uscita dalla UE del Regno Unito. A beneficiarne di più Francia e Spagna. Entrambi avranno cinque membri addizionali al Parlamento. L’Italia ne eleggerà 76, 3 in più rispetto al 2014. Se Westminster, tuttavia, dovesse decidere di prolungare il suo soggiorno nell’Unione Europea per almeno altri tre mesi, ovvero oltre il 2 luglio 2019, allora dovrà indicare dei candidati per le elezioni di maggio.

Come vengono eletti i deputati al Parlamento europeo?

Liste chiuse. Alcuni Stati votano per partito. Questo a sua volta avrà selezionato una lista fissa di candidati che comparirà nella scheda elettorale. Il numero di eurodeputati eletto per ciascun partito è proporzionale alla sua quota di voti. Si deve superare una soglia minima, però, spesso fissata al 5%. Quindi, se il partito X ottiene il 30% dei voti in un Paese a cui sono stati assegnati 10 deputati, otterrebbe il 30%, ovvero 3 deputati. I candidati in cima alle liste vengono scelti per primi.

Liste aperte. Altri paesi hanno liste più aperte in cui gli elettori scelgono un partito o indicano il loro candidato preferito. Questo permette agli elettori di dire la propria sull’ordine dei candidati e scegliere effettivamente chi verrà eletto.

Singolo voto trasferibile. Esiste anche il voto unico trasferibile, dove gli elettori scelgono tutti i candidati che vogliono e li numerano in ordine preferenza. Quando un candidato vincente ottiene abbastanza voti, tutte le schede aggiuntive in cui viene indicato come prima scelta vengono ignorate a scapito delle seconde preferenze.

Cosa fanno i deputati al Parlamento europeo?

I deputati vengono eletti per rappresentare grandi circoscrizioni territori come in Italia (sono cinque: quella nord-occidentale, quella nord-orientale, centro, Meridione e isole) o intere nazioni: in Germania, per esempio, esiste un’unica grande circoscrizione. Avranno un mandato quinquennale (2019-2024) e trascorreranno il loro tempo tra i parlamenti europei di Strasburgo e Bruxelles.

Il numero di parlamentari eletti per ogni paese è proporzionale alla sua popolazione. La Germania, il Paese con più abitanti, avrà 96 Parlamentari in rappresentanza dei suoi quasi 83 milioni di cittadini mentre la piccola Malta ne potrà eleggere appena 6.

I parlamentari approvano le leggi e il budget assieme al Consiglio europeo. Rappresentano i propri Paesi o regioni d’origine ma siedono tutti assieme in gruppi transnazionali, a seconda dello schieramento politico. Per esempio, ci sono gruppi che rappresentano idee di centro-destra, socialiste… ci sono poi i verdi, gli euroscettici e così via.

I Parlamentari europei scelgono anche il Presidente della Commissione Europea. Il più grande gruppo politico dopo le elezioni di maggio potrà fare la voce più grossa in sede di trattative su chi dovrà dirigere la Commissione.

Il Consiglio europeo, che riunisce i capi di stato dell’unione europea, vota il candidato nominato tenendo in considerazioni il risultato delle elezioni. Se questo candidato viene approvato, la palla passa nuovamente al Parlamento europeo: qui dovrà ottenere l’appoggio della maggioranza dei deputati.

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