Rispamiometro: il nuovo controllo dell’ufficio dell’entrate

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TUTTA COLPA DELLA NONNA !

Se non ci scherziamo sù non si possono accettare paradossi simili !!

Troppi risparmi sul conto: arrivano i controlli del fisco

Parte la Superanagrafe dei conti correnti. Ecco quando entra in vigore il Rispamiometro.

Nella prima trilogia di Guerre Stellari, la minaccia nemica era la “Morte Nera”, una potente macchina da guerra in grado di distruggere i pianeti. Negli ultimi anni, la morte nera dell’Agenzia delle Entrate si chiama Risparmiometro, uno strumento appena ultimato che consente di stanare le evasioni al pari – e forse anche meglio – del Redditometro. Se n’era parlato parecchio negli scorsi mesi e non senza pochi timori da parte dei contribuenti titolari di risparmi sul conto corrente. Ma ora è arrivato il momento in cui il nuovo algoritmo del fisco può essere messo alla prova ed entrare definitivamente in funzione.

Il Presidente deciba Dott.Gaetano Vilnò con un video simpatico vi spiega cosa sta succedendo

Troppi risparmi sul conto? Arrivano i controlli del fisco. La tanto attesa Superanagrafe dei conti correnti entra ora in azione non solo nei confronti dei grandi evasori, ma anche dei piccoli contribuenti: le persone fisiche e le ditte individuali, i lavoratori dipendenti e i disoccupati, i pensionati e le piccole società. Furbetti coi giorni contati quindi.

Risparmiometro: cos’è?

Il meccanismo del Risparmiometro è semplice e funziona più o meno in senso opposto al Redditometro. Quest’ultimo è un software che “pesa” gli acquisti fatti dai contribuenti nell’arco di un anno e li confronta con le “entrate”, ossia coi guadagni dello stesso periodo per come indicati nella dichiarazione dei redditi. Se il contribuente ha speso più di quanto ha incassato è verosimile che abbia ricevuto redditi “in nero”, salvo dimostri di aver ricevuto donazioni, eredità, vincite al gioco o mutui. Questo “nero” viene così tassato e sanzionato. Il redditometro non misura però i centesimi: si accorge delle anomalie solo quando tra le spese e le entrate c’è una sproporzione di oltre il 20%.

Il Risparmiometro, dicevamo, si basa su un meccanismo simile ,ma inverso. Il punto di partenza è un ragionamento logico e molto pratico: i soldi guadagnati non possono essere tutti messi da parte. Una percentuale deve per forza essere spesa in alimenti, affitto, utenze, benzina, medicine, ecc.: quelle spese cioè necessarie alla stessa sopravvivenza. Questo significa che, se alla fine dell’anno, sul conto corrente, c’è lo stesso volume di denaro che è stato denunciato con la dichiarazione dei redditi, è verosimile che il contribuente abbia “campato” con altri soldi. Soldi evidentemente non dichiarati. Ed ecco che scatta il controllo fiscale. Insomma è davvero ambiguo che su un conto vi siano solo versamenti e non prelievi. Ecco che allora il risparmio diventa sospetto e indice di evasione fiscale.

Il Risparmiometro funziona pressappoco in questo modo: l’algoritmo estrapola, dall’Anagrafe dei conti correnti, i dati del conto corrente del contribuente. In particolare, prende a riferimento il saldo alla fine di ogni anno. Dopodiché, lo confronta con il reddito dichiarato e se tra i due vi è una sostanziale discrasia si passa alla fase B: la contestazione e l’accertamento fiscale.

La nuova Superanagrafe dei conti correnti

La chiamano Superanagrafe dei conti correnti (e non solo dei conti correnti), visto che è in grado di censire tutti i rapporti finanziari, quindi anche i libretti di risparmio, i depositi, le cassette di sicurezza, i titoli, ecc. Annunciata già dal decreto salva-Italia del Governo Monti come arma finale contro l’evasione, ora è in grado di partire anche nei confronti delle persone fisiche ossia di tutti i contribuenti che non hanno partita Iva.

Proprio qualche giorno fa il Garante della Privacy ha dato il via libera ai provvedimenti dell’Agenzia delle Entrate che disciplinano l’utilizzo dei nuovi strumenti di controllo fiscale. E con l’ok dell’Authority, tanto l’Agenzia delle Entrate quanto la Guardia di Finanza potranno sfruttare le informazioni sui risparmi degli italiani per cercare di capire chi nasconde molta più ricchezza di quanta ne dichiari o ne faccia emergere.

In pratica, non sarà più possibile stipare i redditi ufficiali sul conto spendendo invece, per le esigenze di tutti i giorni, il nero: chi non preleva dal conto rischia di trovarsi addosso, ben presto, il Risparmiometro. Se vuoi ulteriori approfondimenti su questo spinoso tema ti consiglio di leggere la nostra guida dal titolo: Troppi soldi sul conto: cosa rischio?

Le liste di contribuenti

Verranno, in questo modo, stilate le famigerate “liste selettive”, gli elenchi cioè dei contribuenti più a rischio evasione. E, una volta individuati i nomi e i cognomi di chi risparmia troppo, si procederà alle verifiche effettive.

L’enorme mole informativa di dati di sintesi (per essere chiari non ci sono i singoli movimenti in entrata o in uscita sui conti correnti, ma solo i saldi a inizio e a fine anno, la somma degli addebiti e degli accrediti e la giacenza media) serve a creare delle liste selettive di contribuenti che poi saranno condivise con gli uffici locali del fisco per procedere ad approfondimenti e controlli.

I dati degli algoritmi – raccomanda però il Garante – vanno comunque presi “con le pinze”, nel senso che non ci si può affidare a un computer senza che la mano dell’uomo verifichi, in concreto, se davvero c’è evasione o meno. Il che significa due cose: le verifiche non possono mai essere automatizzate e al contribuente va sempre data la possibilità – con un contraddittorio in via amministrativa – di difendersi e dimostrare che non ha evaso.

Risparmiometro anche per le società

L’Agenzia delle Entrate si prepara ad ampliare il campo delle liste selettive anti-evasione anche alle società. Sono queste le indicazioni che arrivano dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate sull’Analisi del rischio di evasione su cui il Garante della Privacy ha dato il via libera.

Il Risparmiometro, dunque, non solo è confermato, ma anche ampliato.

«Il modello», si legge nel documento, «verifica la coerenza, nell’anno di riferimento, delle disponibilità finanziarie dei contribuenti persone fisiche, titolari unici dei rapporti finanziari, oggetto di osservazione, risultanti dalle informazioni comunicate all’archivio dei rapporti finanziari, con le fonti di entrata e di uscita agli stessi riconducibili, quantificate sulla base degli elementi in possesso dell’amministrazione finanziaria».

Il segnale di allarme per il fisco, continua il provvedimento, è rappresentato da una variazione, nell’anno di riferimento, delle disponibilità finanziarie, risultante dall’Archivio dei rapporti, non coerente con la somma algebrica dei redditi e delle spese come in possesso delle banche dati dell’Anagrafe tributaria.

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