Venti chilometri percorsi in bicicletta ogni giorno per raggiungere le campagne intorno a Castiglione della Pescaia, dove nella primavera e nell’estate del 1945, a quindici anni, Laura Massini aiuta il padre e i fratelli a lavorare la terra, per guadagnarsi da vivere. Dall’alba al tramonto, dieci ore di fatiche ininterrotte sotto un sole infuocato. Poi altri venti chilometri in bicicletta per tornare a Castiglione. E qui, senza cedere alla stanchezza, ha inizio un’altra giornata, quella della vita vissuta e dei divertimenti.E quale divertimento può trovare un’adolescente sulla costa tirrenica ancora devastata dalla Seconda guerra mondiale, se non il mare? Laura attinge a una fonte inesauribile di energie, posa la bicicletta al baracchino vicino alla riva, beve una gazzosa con le amiche e si tuffa dal molo ancora sfregiato dai bombardamenti, mentre il sole cala all’orizzonte. Attraversa a nuoto decine di volte il canale e dentro l’acqua che annienta ogni calura e ogni fatica si sente giovane, bella, viva. Nonostante la guerra. È la Liberazione a donarle quell’energia. Per Laura, come per tutti gli abitanti di Castiglione, l’occupazione nazifascista termina nel giugno del 1944. (Da “Il Tirreno”, Livorno)