Londra – Oggi l’Isola d’Elba, la terra in cui sono nato e cresciuto, vive un momento drammatico. L’ospedale, quindi i relativi servizi anitari stanno subendo tagli che si riflettono negativamente sulla salute dei cittadini e sulla loro vita di “isolani”. Oggi si è svolta a Portoferraio, la città più numerose dell’isola, una manifestazione imponente per difendere il diritto alla salute di chi vive su un’isola.
Volevo essere accanto agli elbani, ed ho deciso così di scrivere una lettera al Ministro dell’Economia e delle Finanze Vittorio Grilli riguardo alla sanità all’Isola d’Elba che gli ho consegnato nella sue proprie mani nel corso di un incontro all’ambasciata italiana di Londra.
Riccardo Cacelli
ECCO IL TESTO DELLA LETTERA
Gent.mo Signor Ministro,
Mi permetto di scriverLe questa breve lettera per segnalarLe un problema del territorio dove sono nato, l’Isola d’Elba.
Isola che porto nel cuore perché chi vi è nato e cresciuto rimane “elbano” per tutta la vita, ovunque sia.
In questo momento i cittadini che vi abitano ed i numerosi turisti che la frequentano hanno un problema gigantesco: la salute o meglio il sistema sanitario.
Abitare su un’isola ha i suoi vantaggi, ma anche i suoi svantaggi.
Forse chi la conosce solo per un breve periodo e magari durante l’estate ha una visione parziale di cosa vuol dire essere “elbano”.
“Elbano” significa sapere che quando è arrivata l’ultima nave dal Continente, sei “isolato”.
Nel bene e nel male.
Che i tuoi movimenti sono vincolati alle decisioni che ha voluto Madre Natura, mare calmo oppure agitato.
La traversata del Canale di Piombino di oltre un’ora in condizioni a volte bellissime è piacevole ma, a volte, diciamo le condizioni sono “avventurose”: si arriva a stare in mare per due, tre o quattro ore con tutto quello che comporta a livello fisico.
Bene in questo contesto, la sanità, che rappresenta un ruolo fondamentale per ogni persona, per un “elbano” da sempre significa qualcosa di più.
Significa vita o morte.
Significa certezza o speranza.
Significa credere nel futuro o abbandonarsi al fato.
Oggi la sanità all’Isola d’Elba è solo speranza.
Speranza che il mare sia calmo.
Speranza che il vento permetta l’atteraggio dell’elicottero.
Speranza che funzioni il fax da Livorno per ricevere i risultati delle radiografie.
Speranza che finalmente funzioni l’ascensore dentro l’ospedale (o meglio quello che una volta era l’ospedale).
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Speranza che i tuoi congiunti ti vengano a trovare quando sei degente nell’Ospedale di Livorno o di Pisa (o meglio la speranza che il mare permetta loro di poterti raggiungere).
Speranza che l’ora per l’appuntamento sia rispettata, altrimenti non potrai dormire la sera nella tua abitazione.
I tagli al debito pubblico ed alla spesa, di cui sono un convinto assertore, sono giusti e necessari.
Anche nella sanità.
Ma nell’ambito della sanità stessa ci sono delle realtà, come quelle insulari, che necessitano di una maggiore attenzione.
La Regione Toscana ha tagliato reparti e servizi.
Ma soprattutto ha reciso la “certezza” degli elbani di essere curati, osservati, medicati, od seguita la diagnosi nel nosocomio di Portoferraio a qualsiasi ora del giorno ed in qualsiasi giorno dell’anno, con il mare calmo e con il mare agitato.
Lei è qui a Londra.
Un grande scrittore inglese, Oscar Wilde, scrisse che “La salute è il primo dovere della vita.”.
Credo che sia anche il primo dovere di un politico di qualsiasi Paese del Mondo tutelare la salute dei suoi cittadini, tutti, e valutare le condizioni territoriali in cui abitano.
La ringrazio per l’attenzione che ha prestato nel leggere questa mia esternazione, e mi auguro che Ella la voglia condividere.
La saluto cordialmente.
Riccardo Cacelli
Managing Director of:
– Cacelli Management & Consulting Ltd
– Italynews ltd
London, 14th november 2012