Fincantieri, operai in corteo, Bono ritira il piano industriale: stop ai 2.550 esuberi

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Roma – L’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha ritirato il piano industriale dell’azienda che prevedeva la chiusura degli stabilimenti di Sestri Ponenete e Castellammare di Stabia e un ridimensionamento di Riva Trigoso, con un conseguente taglio di 2.550 posti di lavoro. Secondo fonti sindacali, durante l’incontro con il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, e i segretari di Fim, Fiom e Uilm, Bono avrebbe detto: “Il piano presentato nei giorni scorsi non era una novità per nessuno, sono una persona che si assume le sue responsabilità ma con gli attacchi subiti da tutte le parti, da destra e sinistra, anche la mia forza viene meno. Ritiro il piano e spero che cosi si possano esorcizzare le tensioni”.

Prima dell’incontro il segretario generale della Fiom Maurizio Landini aveva dichiarato: “È necessario che il governo tolga dal tavolo il piano di Fincantieri. Entro stasera deve essere chiaro che non ci saranno chiusure di stabilimenti o esuberi di lavoratori, in modo che si possa aprire una trattativa”.

Lo stop alla chiusura degli stabilimenti sarebbe possibile grazie ad alcune nuove commesse militari e agli incentivi ai privati per l’ammodernamento delle proprie flotte navali.

La notizia è stata accolta con un’ovazione dai circa 2.000 metalmeccanici in corteo che sono giunti questa mattina a Roma con treni speciali partiti ieri notte dalla Liguria e dalla Campania. “È un primo risultato, la battaglia continua”, ha commentato il segretario generale della Fiom di Genova Franco Grondona. Durante la manifestazione ci sono stati alcuni momenti di tenzione con le forze dell’ordine ma, quando è stato annunciato il ritiro del piano industriale, il corteo si è sciolto senza creare problemi.

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