Londra – La chiusura domenicale delle attivita’ commerciali e’ un arretramento culturale e sociale di tale rilevanza che sull’applicazione a medio e lungo periodo portera’ l’Italia ed il suo commercio ai margini mondiali dei Paesi sviluppati.
Perche’? Semplicemente perche’ lede la liberta’ della persona.
Sia essa consumatrice sia essa imprenditrice.
La liberta’ di poter fare acquisti anche la domenica e’ uno dei pilastri dell’economia di oggi.
Sopratutto in quei Paesi, come l’Italia, che vivono una situazione di precarieta’ socio-economica.
Mettere sul mercato la propria vetrina anche la domenica, ovvero 7 giorni su 7, e’ per l’imprenditore ed i suoi dipendenti, di sicuro un sacrificio ma con gli opportuni accorgimenti quella vetrina ha l’occasione di essere una vetrina altamente funzionale in grado di accogliere nuova clientela ed ampliare la gamma dei prodotti in vendita.
Sopratutto perche’ i negozi online, aggressivi competitor del commercio tradizionale, primo fra tutti Amazon, sono aperti h24 e fanno consegne entro le 24h.
Immaginate una domenica d’inverno, fredda o piovigginosa o d’estate calda se soffocante, con i centri commerciali chiusi cosi’ come i negozi di vicinato.
Il consumatore medio dalla sua comoda poltrona di casa, circondato dai figli e/o dai genitori acquista online i prodotti che gli servono perche’ oltre a spendere meno la consegna sara’ nei primi giorni della settimana mentre lavora senza perder tempo durante il giorno ad andare nel negozio per l’acquisto ed il ritiro immediate.
Ed e’ impossibile ed impensabile bloccare le vendite online nel giorno di domenica.
Si deve quindi lasciare al commerciante la liberta’ d’impresa che e’ un sacrosanto diritto.
Diritto sancito anche dalla Costituzione Italiana (art. 41.. “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”).
Viceversa la chiusura domenicale rappresenta proprio una “chiusura”.
Un messaggio devastante per chi osserva da fuori l’Italia, magari pensando alla nostra terra come luogo ideale per fare investimenti commerciali.
Per non parlare poi dei posti di lavoro che irrimediabilmente saranno persi (40/50.000?).
Quelle famiglie che vivono anche del reddito prodotto la domenica potrebbero diventare famiglie in crisi. Il salario e’ un collant importantissimo per tenere in vita una famiglia.
Non solo tra moglie e marito ma anche tra genitori e figli.
Sono un lobbista regolarmente registrato al Ministero dello Sviluppo Economico (n. 2018-17651911-86).
Potrei difendere e portare avanti la battaglia di tutti coloro che voglio rimanere aperti la domenica non solo a livello professionale ma anche e perche’ credo che sia una battaglia di civilta’, di progresso e di modernizzazione dell’Italia.
Riccardo Cacelli