Londra – L’eliminazione dell’Italia ai campionati mondiali di calcio 2022 rappresenta non solo una sconfitta sportiva o di gestione sportiva della FIGC, ma rappresenta la fotografia perfetta di un Paese in crisi.
E’ stata solo la punta di un iceberg che gli italiani non vogliono vedere o sapere.
Negli anni scorsi l’Italia era considerate un paese con uno dei piu’ alti dati di analfabetismo funzionale (l’italiano sa leggere e scrivere, ma non capisce cosa legge e non conosce cio’ che scrive) nel mondo. Niente e’ stato fatto per arginare questa lacuna.
Oggi a quell’analfabetismo funzionale si e’ aggiunto l’analfabetismo digitale.
L’analfabetismo digitale (digital illiteracy) e’ l’incapacità delle persone di adoperare un computer e di districarsi tra le informazioni pubblicate nella rete Internet.
Può essere assoluto (dove c’è una mancanza totale di conoscenza nell’utilizzo di dispositivi digitali) o relativo (quando vi sono le conoscenze basilari).
Nel 2019 l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico scrisse: “La popolazione italiana non possiede le competenze di base necessarie per prosperare in un mondo digitale, sia in società sia sul posto di lavoro”. In Italia solo il 21% della popolazione possiede un buon livello di alfabetizzazione digitale, classificandosi al terzo posto come peggior Paese nella classifica dell’OCSE, davanti solo a Cile e Turchia.
Sia il settore pubblico che quello privato evidenziano carenze digitali che, alla vigilia dell’uso del metaverso, degli NFT e delle crypto monete, potrebbero rappresentare un gap insormontabile.
Una distanza tale da rendere, a parer mio, l’Italia a rischio di una serie declassificazione economica, sociale e culturale.
Se a questo aggiungiamo l’incapacita’ di eliminare la vastissima burocrazia, di far valere la meritocrazia rispetto al clientelismo diffuso. Di orientare lo Stato al servizo del cittadino e non come ora il cittadino al servizio dello Stato.
Ecco allora che la sconfitta con la Macedonia e’ ben piu’ grave di una sconfitta sportiva.
Le varie classifiche socio-economiche dovrebbero far riflettere, pensare ed agire.
Invece tutto rimane fermo.
Burocrazia, raccomandazioni, servizi pubblici.
“Abbiamo sempre fatto cosi’ e continueremo a fare cosi’”.
Ma il mondo va avanti: la tecnologia e la digitalizzazione sono elementi quotidiani di miglioramento sociale e non si fermano per aspettare l”italia.
Riccardo Cacelli
Consulente Internazionale d’Affari