Nettamente in controtendenza l’andamento del fatturato delle imprese associate Avedisco (Associazione vendite dirette servizio consumatori): primo trimestre +0,4%, secondo +3%, terzo +4,3%. Nel corso dei primi nove mesi del 2009, le vendite hanno superato il miliardo di euro con un incremento del 2,5% rispetto ai primi nove mesi del 2008. «Prevediamo di chiudere il bilancio d’esercizio con un incremento del 3% rispetto al 2008» dice Luca Pozzoli, presidente di Avedisco, a poche settimane dalla chiusura dell’anno più “nero” per l’economia globale dai tempi della Grande Crisi del 1929.
Nel periodo gennaio/settembre 2009, il settore più dinamico è stato l’alimentare/nutrizionale con una crescita del 7% (9,6% nel solo terzo trimestre). Seguono i cosmesi/accessori moda con un +3,8% (2,7 nel solo terzo trimestre) e i beni di consumo casa con una crescita dell’1,2% (2,46% nel terzo trimestre ’09) confermandosi il settore trainante della vendita diretta a domicilio con una fetta di mercato pari al 46,2%. In flessione, invece, i servizi/utilities (-8,2%) e il tessile (-4,9%). «Stiamo affermando la nostra presenza come risposta pronta e concreta alle problematiche del Paese -commenta ancora Pozzoli-. I nostri valori e il nostro modello operativo sono alla base del successo. Chi pensava che le nuove tecnologie e la spersonalizzazione dell’economia vincessero a mani basse si accorge, oggi, di avere preso un abbaglio. Lo dimostrano, come sempre, i dati. L’Anved, l’Associazione nazionale vendite a distanza, che analizza i dati dell’e-commerce ha da poco diramato le previsioni di chiusura anno: -5% per un Paese che, nelle vendite on-line, si posiziona all’11esimo posto in Europa. Noi, al contrario, chiuderemo l’anno con un incremento del 3%. E siamo al quarto posto in Europa nel nostro settore». La vendita diretta a domicilio conferma anche il proprio ruolo nel difficile momento occupazionale. Gli incaricati alla vendita hanno superato le 252mila unità con un aumento rispetto allo stesso periodo del 2008 del 7,8%, pari a 18mila incaricati.
Secondo i dati Istat, le vendite del commercio al dettaglio in sede fissa hanno segnato, nei primi nove mesi dell’anno, una variazione negativa del 2,1%. Dato che deriva dalle performance negative sia della grande distribuzione (-0,4%) sia dei piccoli dettaglianti (-3,2%). Segno negativo anche per le vendite di prodotti alimentari (-1,7%) e per i prodotti non alimentari (-2,2%).