Aumenta la Domanda di Energia Nucleare in Europa

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nucleLa crescente necessita’ di costruire nuovi impianti energetici e’ dettata dal numero di impianti antiquati attualmente presente in Europa.

Si stima che entro il 2020 sia necessario aggiungere una capacita’ di circa 300GW. In aggiunta, le condizioni imposte dalle regole europee sulle emissioni, EU Emission Trading Scheme (EU ETS) si faranno ancora piu’ stringenti nel 2013 quando entreranno la FaseIII. Di fronte a questo scenario, l’energia nucleare diverra’ un’attraente alternativa e ci si aspetta che torni a far parte dei piani di molti Paesi che sono stati finora restii all’uso di questa forma di energia.

“Il settore dell’energia nucleare sta tornando nuovamente alla ribalta in Europa e tutti i segnali indicano che nei prossimi anni ci sara’ un aumento esponenziale della domanda, e cio’ nonostante la crisi economica – dice Maciej Jeziorski, Research Analyst per il settore Energia di Frost & Sullivan . Il risultato di questo revival e’ che molti dei progetti pianificati, proposti e in fase di pre-approvazione saranno molto probabilmente sviluppati. Ci sono ancora parecchi ostacoli da superare, quali gli alti costi inziali, i permessi di costruzione e i lunghi tempi di attesa per i componenti critici, ma nella loro totalita’ le prospettive per il nucleare nel lungo termine sono decisamente buone”.

Gli impianti di energia nucleare necessitano di investimenti iniziali molto alti, ma non sono stati colpiti in maniera significativa dalla crisi finanziaria visto che di base questi sono investimenti di lungo termine (in Europa sono necessari di solito tra gli 8 e i 10 anni per la costruzione di un impianto). Va, inoltre, sottolineato che questi investimenti hanno oggi grande supporto politico in particolare a seguito delle dispute sul gas tra Ucraina e Russia, rendendo le prospettive per il nucleare particolarmente concrete nell’Europa dell’Est.

I benefici dell’energia nucleare includono anche il potenziale derivante dalla riduzione delle emissioni del biossido di carbonio, una maggiore indipendenza e sicurezza nella produzione di energia e la capacita’ di contribuire in maniera significativa alla sempre crescente domanda di energia. I fattori che potrebbero ostacolare questa crescita rimangono, comunque, la mancanza di supporto politico e il problema dello smaltimento delle scorie.

Il numero di reattori nucleari in Europa tocco’ il massimo storico nel 1989 quando ce ne erano in funzione 177. L’anno scorso, erano 145 i reattori operativi in Europa e l’energia nucleare rappresentava circa il 30% nel mix totale di energia elettrica prodotta. Grazie tuttavia al crescente supporto politico e al numero di progetti pianificati e in attesa di sviluppo, ci si aspetta che questo numero crescera’ in maniera significativa introducendo di fatto un periodo di rinascita per l’energia nucleare.

Ma vediamo cosa sta accadendo nei diversi Paesi europei. Dopo anni di stallo, la Finlandia ha riaperto il discorso del nucleare nel 2005 con la costruzione del terzo reattore nell’impianto di Olkiluoto, primo nuovo impianto dopo una pausa di 15 anni in Europa Occidentale. Questa ripresa continua oggi con la Francia e la costruzione del nuovo reattore Flamanville 3 e la painificazione di nuove unita’. Nel dicembre 2008, le autorita’ slovacche hanno ripreso la costruzione di due unita’ nel sito di Mochovce e la Bulgaria ha iniziato la costruzione a Belene. La Svezia sta rivalutando un bando di circa trent’anni nella costruzione di nuovi impianti nucleari. E c’e’ una lunga lista di Paesi, Regno Unito, Romania, Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia e Lettonia, che hanno annunciato la costruzione di centrali nucleari.

Anche l’Italia ha deciso di reintrodurre il nucleare e l’obiettivo e’ quello di costruire la prima nuova centrale entro il 2013. L’Italia fu uno dei primi Paesi ad adottare l’energia nucleare e negli anni Settanta era sicuramente uno dei piu’ grandi produttori al mondo di energia nucleare. Tuttavia, nel 1987, dopo il disastro di Chernobyl, con un referendum il nucleare fu messo al bando. Di conseguenza, nelle ultime due decadi, l’Italia e’ diventata assolutamente dipendente dalle importazioni di energia e alcune di queste sono di energia nucleare proveniente da altri Paesi.

“Lo sviluppo del nucleare – conclude Maciej Jeziorski – dipendera’ soprattutto dal prezzo dei combustibili fossili, dal costo dello scambio delle quote di emissione e dall’avanzamento tecnologico. In complesso, il nucleare in Europa ha un futuro promettente costellato senza alcun dubbio da una serie di opportunita’ per il medio e lungo periodo”.

Per coloro che fossero interessati a un’analisi del mercato dell’energia nucleare in Europa si prega di inviare una mail a Chiara Carella, Corporate Communications al seguente indirizzo chiara.carella@frost.com

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Per maggiori informazioni si prega di visitare anche il sito www.frost.com/giluk .

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1 Commento

  1. Quante falsità girano!
    1 – Il l’energia nucleare è oggi assolutamente anacronistica! Costa, inquina e ha pure rischi (giganteschi);
    2 – il futuro sono le microcentrali su reti energetiche (già in parte presenti);
    3 – i paesi che ancora puntano al nucleare sono solo quelli dell’est;
    4 – come si fa a dire che è vantaggiosa perchè produce meno CO2!!!!!!! Pazzesco!!!! Vantaggio ridicolo rispetto all’incommensurabile problema ambientale delle scorie nucleari!!!!!!!!! Se il problema è la CO2 perchè non rimboschiamo la squallida Pianura Padana e perchè non ci impongono piante arboree al posto del prato inglese nei giardini???
    5 – l’unica certezza è che c’è un’enorme paura che tutti coloro che lavorano sul nucleare restino a piedi!!!!!!

    ErnstFree

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