E’ scoppiata come una bomba nelle ultime ore, con una deflagrazione che ha dello sconcerto, a dimostrazione del fatto come la nostra attenzione sui casi che si sviluppano e si registrano dall’altra parte del Pianeta ci interessino e ci riguardino da vicino.
Nessuno, fino a 48 ore fa, sapeva della “febbre suina” che si espande come contagio, con la stessa prerogativa di un semplice raffreddore o di una comunissima influenza. Il contagio, pare, abbia avuto il suo primo epicentro in Messico, dove (stando almeno alle notizie che sono diffuse dai principali organi di stampa) i morti accertati dal morbo dell’influenza da suini sono già stati almeno 81 morti, secondo il ministero della Salute messicano. Inizialmente infatti si era parlato di 20 morti certe da virus e altre 61 sospette. Sicuro fanno impressione quelle immagini diffuse dalle televisioni, in cui si vedono i passanti con la classica mascherina sulla bocca e sul naso. Prevenzione, non si stanca a ripetere lo spiker, ricordando quali potrebbero essere le modalità secondo le quali si potrebbe contrarre il morbo. E l’allarme è scoppiato in tutto il Pianeta, al punto che la Farnesina ha diramato di recente un comunicato invitando tutti gli italiani che avevano in programma di visitare questo paese di annullare le prenotazioni e di spostare in altro momento la gita (se no per neccesità impellenti) perché non è garantita la pubblica incolumità: come dire che, andando in quel posto, si potrebbe prendere l’”influenza suina”.
Negli Stati Uniti sono stati riscontrati due casi umani di questo genere di malattia: il primo in Kansas e il secondo caso in California; ma la situazione appare sotto controllo. L’allerta è scattato in tutto il mondo considerando la facilità delle comunicazioni e dei collegamenti che si sono tra Stati e Stati. E dal Parlamento europeo arriva la rassicurazione: “In Europa nessun caso di contagio”. In Italia il ministero al Welfare dichiara che il maiale è “assolutamente sicuro” e che, all’evenienza, “abbiamo farmaci antivirali in quantità più che sufficiente”.
“Fino a questo momento non abbiamo registrato alcun caso in Europa” ha spiegato un portavoce della Commissione, che ha aggiunto: “Seguiamo molto da vicino l’evoluzione del quadro e siamo in contatto con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, gli Stati Uniti, il Messico, l’Organizzazione mondiale della Sanità e gli Stati Membri per valutare le informazioni già in nostro possesso”. In Italia parla il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio, ai microfoni del Gr1: “Il nostro maiale e’ assolutamente sicuro. Questo lo diciamo con assoluta certezza. Non esiste alcun pericolo”. “L’influenza suina – spiega Fazio – si prende prima da contagio dal maiale e poi da uomo a uomo. E’ un virus nuovo, quindi non e’ che si conosce moltissimo, ma sicuramente non si prende mangiando carne cotta di maiale. Poi noi non importiamo carne dal Messico e quindi non esiste nessuno spazio per pensare che i nostri maiali non siano sicuri. Per quanto riguarda i farmaci – prosegue Fazio – noi abbiamo farmaci antivirali in quantità più che sufficiente, in stoccaggio che avevano accantonato tempo addietro, stiamo valutando adeguate strategie vaccinali e contiamo di avere la situazione sotto controllo. Poi – conclude – in collaborazione con l’Oms stiamo agendo in sintonia con tutti i paesi europei”. Intanto saltano fuori casi di possibile contrazione del virus: in Nuova Zelanda dieci studenti neozelandesi avrebbero “probabilmente” contratto il virus dell’influenza suina, dopo essere rientrati sabato da un viaggio di tre settimane in Messico. Ci sarebbero due casi sospetti anche in Francia e uno in Israele.
Insomma, dal quadro generale della situazione ci sembra che noi, in Europa, dovremmo essere più che tranquilli; ma ci vengono spontanee delle domande: perché si è gridato “Al lupo, al lupo” quando non c’era effettivamente bisogno? Perché si è scatenata questa battage pubblicitaria contro i suini? A quale fine?