Il rappresentante in Italia dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, Jolle ha detto, nel corso del colloquio con il Ministro degli Interni Maroni, che il governo italiano deve fermare i respingimenti in Libia dei migranti soccorsi in acque internazionali.
L’Unhcr, in una nota, parla di colloquio “costruttivo”, ma ribadisce che la nuova politica del governo contrasta con il principio di non respingimento sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, e sottolinea che l’Italia è responsable per le conseguenze”.
In merito alla possibilità di vagliare in Libia le domande di asilo, l’UNHCR ha sottolineato che non vi sono al momento le condizioni necessarie per svolgere tale attività.
Nel corso dell’incontro si è anche discusso della possibilità di costituire un tavolo tecnico con le parti coinvolte e la partecipazione dell’Unione Europea, per elaborare una strategia che miri a rafforzare lo spazio di protezione in Libia, ivi compresa la ratifica da parte di questo paese della Convenzione di Ginevra del 1951.
Più del 70% delle 31.200 domande d’asilo presentate nel 2008 in Italia provengono da persone sbarcate sulle coste meridionali del Paese. Il 75% circa dei 36.000 migranti sbarcati sulle coste italiane nel 2008 – due su tre – ha presentato domanda d’asilo, sul posto o successivamente, mentre il tasso di riconoscimento di una qualche forma di protezione (status di rifugiato o protezione sussidiaria/umanitaria) delle persone arrivate via mare è stato di circa il 50%. Nel 2008, la maggior parte delle persone arrivate via mare che ha ottenuto protezione internazionale proviene da Somalia, Eritrea, Iraq, Afghanistan e Costa d’Avorio.