La forza della democrazia sta nella volontà di sapersi rigenerare

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Due fatti mi piace segnalare in questa settimana che si chiude e un’altra (per il resto assai importante) che si apre tra poche ore: il primo è rappresentato dal prossimo appuntamento degli elettori con le urne per stabilire i nuovi amministratori regionali, il secondo invece di natura per così dire etico – religioso e riguarda la lettera che il Papa ha spedito ai preti irlandesi, colpevoli di essersi macchiati di pedofilia.

Due episodi, due situazioni che hanno, per certi aspetti, un dato in comune: il richiamo a valori etici che pare si siano smarriti cammino facendo. Da una parte quel senso diffuso tra gli Italiani secondo cui parrebbe che non ci sia riparo alla corruzione, al coraggio delle azioni pulite in politica, al punto da convincersi che, alla lunga,  la vincono sempre i soliti lestofanti, che pur di arrivare ai loro obiettivi non tralasciano niente per corrompere i potenti. Dall’altra quella galoppante e strisciante deviazione sessuale che vede per protagonisti i preti irlandesi, accusati di aver “tolto l’innocenza” a dei ragazzini che frequentavano le parrocchie. In questo secondo caso c’è stata la lettera del Santo Padre che proprio ieri è stata resa pubblica. Molti, soprattutto in Gran Bretagna, si aspettavano delle parole assai più dure rispetto a quelle che sono state pronunciate da Sua Santità, in verità occorre riconoscere il coraggio che di Benedetto XVI che non ha frapposto altro tempo per denunciare il vizio e richiamare quei sacerdoti che dovranno rendere conto delle proprie azioni “alle loro coscienze e davanti a Dio”.

Per quanto riguarda invece il Capo dello Stato, secondo me ha fatto bene a esplicitare alcune sue considerazioni in occasione della festa dell’8 marzo. Egli, infatti, ha si è espresso (a titolo personale, da uomo politico “navigato”) sul coraggio e la politica. Ha detto che «in un contesto degradato, di diffusa illegalità, essere ragazzi e ragazze perbene richiede talvolta sacrifici e coraggio»: in questi casi estremi sì, «è bello che ci sia» questa virtù. Ma in una democrazia rispettabile come la nostra, «per essere buoni cittadini non si deve esercitare nessun atto di coraggio». Profonda è, infatti, negli italiani «la condivisione di quel patrimonio di valori e principi che si racchiude nella Costituzione». Legge e senso dello Stato sono nostre doti naturali: il che esclude il degrado della legalità.

E’ su questi valori che occorre insistere se vogliamo che il nostro Stato continui ad andare avanti e abbia interlocutori seri all’Estero e oltre Atlantico. Dare anche delle dritte ai giovani, nel tranquillizzarli che non è che imitando i lestofanti, gli arrivisti, i presuntuosi, chi vuol far carriera a tutti i costi si costruisce il futuro di un Repubblica seria e coscienziosa. Da qui il richiamo di Napolitano ai giovani che li ha spronati ad avere coraggio e nel continuare a camminare sulla strada dell’onestà e probità.

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