Il Pdl sta andando verso la scissione? Forse. In questo ore, dopo l’incontro tra Berlusconi e Fini, nello studio di Fini sono giunti il presidente vicario del Pdl a Montecitorio Italo Bocchino, il vicecapogruppo Carmelo Briguglio, il viceministro e segretario generale di FareFuturo Adolfo Urso e il sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia, poi sono successivamente arrrivate anche la presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno e il direttore del ‘Secolo d’Italia’ anch’essa parlamentare Pdl vicina a Gianfranco Fini, Flavia Perina.
I politici vicini a Fini: “Il ragionamento che noi facciamo è questo: ‘Se tu Berlusconi tratti sempre con Bossi, metti sempre le loro richieste al primo posto, allora noi costituiamo nostri gruppi autonomi, senza uscire dalla maggioranza. In questo modo, di volta in volta, su questo o quel provvedimento sensibile, tu Berlusconi sarai costretto a trattare anche con noi”.
Intanto una fonte vicina al presidente della Camera sottolinea che, nel momento in cui si parla di gruppi autonomi, “è certo” che i numeri minimi, 20 deputati e 10 senatori, ci sono.
Alla Camera, tra gli esponenti della vecchia Alleanza Nazionale che seguiranno Fini si possono schierare Donato Lamorte, Francesco Proietti, Angela Napoli, Silvano Moffa, Riccardo Migliori, Mirko Tremaglia, Basilio Catanoso, Giuseppe Scalia, Antonino Lo Presti. Ai quali vanno aggiunti i “nuovi finiani” come Gianfranco Paglia o Fabio Granata.
Al Senato, per fare gruppo servono dieci senatori. E come finiani possono essere reclutati Pasquale Viespoli, Filippo Berselli, Luigi Ramponi, Pierfrancesco Gamba, Laura Allegrini, Antonino Caruso, Giuseppe Valentino, Mario Baldassarri, Domenico Gramazio, Domenico Benedetti Valentini, Vincenzo Nespoli.
Fini nel frattempo aveva inviato una nota sulla vicenda.
“Berlusconi deve governare fino al termine della legislatura – ha detto Fini – perche’ cosi’ hanno voluto gli italiani. Il Pdl, che ho contribuito a fondare, e’ lo strumento essenziale perche’ cio’ avvenga. Pertanto il Pdl va rafforzato, non certo indebolito“.
“Cio’ significa– conclude Fini – scelte organizzative ma soprattutto cio’ presuppone che il Pdl abbia piena coscienza di essere un grande partito nazionale, attento alla coesione sociale dell’intero Paese, capace di dare risposte convincenti ai bisogni economici del mondo del lavoro e delle famiglie, garante della legalita’ e dei diritti civili, motore di riforme istituzionali equilibrate e quanto piu’ possibile condivise. Ho rappresentato tutto cio’ al presidente Berlusconi. Ora egli ha il diritto di esaminare la situazione ed io avverto il dovere di attendere serenamente le sue valutazioni“