Afganistan, la maggioranza in disaccordo.

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Muore in Afghanistan il caporalmaggiore Gaetano Tuccillo, il trentottesimo soldato italiano dal 2004 e si accende la diatriba politica anche all’interno della maggioranza.
E’ stato terreno di scontro del governo Prodi con la sinistra radicale, è oggetto di fibrillazioni tra il Pdl e la Lega Nord, dettata dalla manovra economica e i sacrifici richiesti.
I fatti al centro della prossima settimana sono due, il decreto di rifinanziamento delle missioni, che il Consiglio dei ministri dovrà approvare in tempi celeri e il Consiglio supremo della Difesa al Colle.
Nei giorni scorsi il leader del Carroccio Umberto Bossi aveva assicurato la fine della guerra in Libia per settembre, oggi il ministro Calderoli ha auspicato una riduzione degli stanziamenti nel dl missioni, che in caso contrario la lega non voterà né in Consiglio dei ministri che in Parlamento.
Il Pdl cerca di serrare le fila e il ministro della Difesa Ignazio La Russa ribadisce la convinzione che sia possibile rispettare i tempi e cominciare già dalla fine di quest’anno, o all’inizio dell’prossimo, a far rientrare gradualmente i primi soldati italiani per poi concludere entro il 2014 la fase di trasferimento al legittimo governo afgano entro il 2014.
Il neo segretario politico del Pdl Angelino Alfano sottolinea che” l’Italia si fa carico del perseguimento di una giusta causa, se pur con grande dolore”.
Il primo appuntamento in agenda, è il Consiglio supremo della Difesa che si terrà al Quirinale mercoledì mattina. Seduto al tavolo con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ci sarà il titolare dell’Interno Roberto Maroni, perchè così prevede la composizione dell’organo ma saranno assenti i ministri leghisti Bossi e Calderoli che più si sono spesi contro le missioni.
Napolitano, nell’esprimere il suo cordoglio, ha ribadito che la missione in Afghanistan è per la pace e la stabilità. Il Capo dello Stato, come ha ripetuto più volte in occasione delle operazioni in Libia, è per un puntuale adempimento degli impegni e delle scadenze internazionali.
Anche nel Pd c’è chi, come il senatore Ignazio Marino, spiega che “è tempo di una discussione rigorosa in Parlamento in cui si esamini con chiarezza l’opportunità di un ritiro delle truppe”.
Più netta la posizione dell’Idv e della sinistra radicale. Per il leader dell’Idv Antonio Di Pietro “è inammissibile che tanti giovani continuino a morire in Afghanistan, queste missioni sono inutili e non danno risultati sulla strada della pace, né su quella della lotta al terrorismo”.
Da sempre a favore del ritiro dei soldati dalle missioni il leader di Sel Nichi Vendola, secondo il quale “bisogna riaprire con coraggio la discussione su cosa sia diventato il pantano afghano, dato che non ci sono motivi per non voler chiudere quella pagina”.

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