“Sbatti il mostro in prima pagina”

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Si potrebbe dire così, parafrasando il titolo di un celeberrimo film di Marco Bellocchio (1972), per rendere efficacemente l’idea di ciò di cui intendo parlare. L’informazione, nel mondo di oggi, è fondamentale. Sì, è vero. L’uomo moderno non ne può fare a meno, ma tutto funziona bene, quando di essa se ne fa un uso corretto: quando (cioè, come diceva un “vecchio giornalista” che mi ha insegnato il mestiere)  le notizie sono verificate, a costo anche di ridurre notevolmente il “colpo sensazionale”, se queste perdono nella verifica d’impatto emotivoe sensazionale. L’impressione invece che ne ho oggi di questa basilare “regoletta” leggendo e seguendo i mass media è che non si aspetti altro che dare lo scoop. Più è imprevista, la notizia: più il colpo è assicurato, a danno anche del danno morale ed etico che ne subisce chi ne è direttamente coinvolto. Penso alla vicenda che ha visto protagonisti il rancese Dominique Strauss-Khan e la cameriera immigrata dalla Guinea Kenneth Thompson in uno dei più celebri alberghi di New York. C’è stata o non c’è stata violenza carnale? La donna era consenziente o invece è stata vittime del “roccioso e focoso” personaggio francese? Certo che alcune considerazioni sono d’obbligo farle.

Non giova al dongiovanni francese questo suo desidero di raggiungere quanto prima l’aeroporto, per rientrare in Europa; però è anche vero che gli sono stati revocati gli arresti domiciliari e gli è stata restituita la cauzione di sei milioni di dollari. Segno che qualcosa non andava nelle deposizioni della maggiore accusatrice. Ci sono delle ombre che la magistratura americana farà bene a illuminare e dirimere. Strauss-Khan non è stato scagionato del tutto, non può ancora lasciare gli Stati Uniti, però qualche dubbio è venuto ai magistrati americani che si stanno occupando del caso. Sembrerebbe che Ophelia, la cameriera che sarebbe stata stuprata dal libidinoso economista francese, ha mostrato durante l’inchiesta di essere per molti versi menzognera, di avere losche frequentazioni e di avere complottato con un amico carcerato per trarre profitto dalla sua «disavventura». Ma quello che pesa maggiormente sembrerebbe che fosse avviata alla professione più vecchia del mondo. Oggi, la sua figura ne esce, come che sia, compromessa. Da qui la domanda:e se tutta la vicenda fosse stato un “giochino” per estorcere denaro al fiero direttore di banca francese? Ci sono tutti gli ingredienti perché la vicenda si colori di tinte romanzesche. Ce n’è per tutte le menti, ma sta di fatto però che poteva essere risparmiata la politica francese la figura che invece è stata propinata al mondo, cioè quello di essere condotto in manette in prigione e di essere sottoposto alla gogna pubblica. E se poi dovesse risultare vittima di una manovra mirata a screditarlo? Chi gli restituirà l’onore, dopo che tutto il mondo sa che era solito andare con le prostitute?

Da qui la regoletta del mio maestro giornalista che mi invita di verificare e verificare la fondatezza della notizia, perché si fa presto a screditare le persone e a diffamarla; il problema sta, all’opposto, nel restituirgli l’onore calpestato.

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