Congratulations Mr.President

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Onore a Obama, neo eletto presidente della potenza più grande del Mondo. Onore a lui che ha vinto (ma non stravinto) e alla sua linea politica che gli ha permesso di surclassare il suo rivale Romney che solo in un secondo momento ha accettato la sua sconfitta. Adesso, ha dichiarato a caldo, si potrà dedicare alla famiglia: ritorna in seno alla famiglia per curarsi delle piaghe inferte dal suo avversario in questo lungo testa a testa per la corsa alla Casa Bianca. La maggiorana degli Americani non gli hanno perdonato alcuni “errori” scappati forse inconsapevolmente davanti ai microfoni dei media, ma si sa che la notizia che rincorrono i giornalisti non sono certi i proclami roboanti  e di sicuro effetto su chi ascolta, ma le gaffe, la parola sfuggita, forse pronunciata a mezza voce con il primo confidente che ti stava appresso, diventa quella il cavallo di battaglia, come quando ha detto Romney che gli piaceva licenziare i dipendenti che non rispondevano più alle sue caratteristiche. Licenziare in un periodo di crisi economica mondiale come questa (e parla un multimiliardario) non è un concetto che trova consensi nella maggioranza delle persone. Insomma errori di immagini sono stati compiuti. Ma non è certo di questo che intendo parlare, quanto del nuovo corso che si apre davanti al neo presidente. Ha detto che il bello dovrà ancora venire. Che finora non è stato ancora fatto quello che lui aveva in serbo di fare, prima di chiudere definitivamente la sua permanenza alla Casa Bianca. Da una parte dà sollievo, se si pensa quanto ancora sia serpeggiante la crisi e lenta la ripresa economica, perché se la maggiore potenza mondiale comincia a fare la motrice al treno dell’economia planetaria, credo che anche tutti gli altri stati ne trarranno vantaggio. Sollievo anche se vado a pescare nel grande progetto accarezzata da Obama per quanto riguarda il sociale e le classi meno abbienti. Su questo specifico argomento ha sempre dimostrato di essere attento e vigile. Un poco più critico invece per quanto riguardo il suo concetto di libertà. D’accordo che gli Usa sono un paese che della libertà ha fatto un simbolo ma andare a toccare certi argomenti come la liberalizzazione delle droghe leggere.., io ci starei un momentino più attento. Come anche sul campo della tolleranza. Insomma, occorre maggiore oculatezza, mentre di sicuro va bene il suo impegno sulla sanità. Ma al di là di tutto questo, la battaglia importante che dovrà affrontare fin da subito il neo presidente è quella di dover unire insieme gli americani che si sono “spaccati” in sostenitori dei repubblicani e in fan democratici, alla luce anche del fatto che il Congresso americano dovrà essere convito delle buone azioni del presidente. Il quale non potrà contare su di esso per il sostegno della sua politica. Due modi apparentemente lontani di intendere la politica che adesso si dovranno riavvicinare, da una parte i repubblicani che mandano nei collegi privati i propri figli per dar loro un’istruzione adeguata, che si pagano la pensione fin da adesso, che vanno nelle cliniche private per farsi curare i malanni, dall’altra i democratici che chiedono una scuola pubblica efficiente, una sanità moderna e funzionale e temono i tagli alla spesa pubblica. Obama deve convincere chi ritiene sia ingiusto pagare le tasse perché i servizi non sono adeguati. Occorre intervenire in tal senso. Che non è affatto piccola cosa.

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