Signor Presidente Napolitano,faccia riavvicinare gli Italiani alla “buona” politica

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A poche ore dal discorso che pronuncerà il presidente della Repubblica Napolitano alla nazione e teletrasmesso a reti unificate (Rai, Mediaset e La7), una considerazione mi veniva in mente ascoltando le ultime notizie dei telegiornali di oggi: ma il presidente ha un’idea della basa considerazione che detiene il mondo politico nel nostro Paese? Io credo che, nell’arco dei suoi primi 150 anni suonati di costituzione della Repubblica, questo di oggi sia il picco più negativo che sia stato mai raggiunto in un’ipotetica graduatoria di gradimento popolare.

Il concetto di Stato, che così tanto ha infiammato i nostri avi a combattere contro le forze reazionarie rappresentati dall’ ancien regime (prima) e i nostri nonni contro gli Imperi Continentali Europei (poi), per finire con i nostri babbi che hanno osteggiato gli autoritarismi per favorire un ideale democratico, ecco –adesso dobbiamo tranquillamente condividere- che quello spirito si è notevolmente diluito. Non dico perso, perché l’attaccamento allo Stato uno se lo porterà sempre con sé. Ma notevolmente variato, rispetto alla spinta che veniva avvertita negli anni (per non dire secoli) prima.

Sì, sì è mutato deteriorandosi e appannandosi. Lungi da me l’idea di dar consigli al Padre della Patria, ma se avessi il potere di far pervenire fino a lui la mia voce, lo pregherei di insistere su questo aspetto: ridare la fiducia e credibilità agli Italiani per la Politica. Che non significa partitica, altrimenti ci scontreremo per l’ennesima volta in fazioni di parte. Ma la politica intesa in senso lato, cioè gestione e partecipazione alla cosa pubblica, quindi di tutti. Un compito assai delicato, ma potrebbe intanto il Presidente compierlo riavvicinando così il cittadino allo Stato. Il qual Stato è troppe volte sentito non come padre tutore, ma esattore. Stato controllore. Laddove tutti si sarebbero aspettati che desse indicazioni per uscire dalla crisi. Troppo radicato nel popolo il concetto che la classe politica abbia sperperato il denaro pubblico, per poter riuscire a fare un discorso gradito alla massa. Dare i primi segnali che si è cambiato volto. Che sono stati eliminati i privilegi, perché se crisi deve essere e tutti la sosteniamo, dobbiamo essere proprio tutti a portarne il peso sulle spalle e non i soliti rappresentanti della classe media e dei dipendenti pubblici, dei lavoratori, dei pensionati e via di questo passo. Se non si fa un’apertura di questo genere, si corre il rischio che frange incontrollate di scontenti, marcino alla testa del malumore represso del popolino, del malcontento che serpeggia fra le classi meno abbienti, per sostituirsi a coloro che hanno esercitato finora il potere, facendo (forse) anche peggio dei primi. Soluzioni di questo tipo non hanno mai portato lontano. Quindi è più auspicabile che si proclami il cambiamento: che la corruzione non sia più presente nel Parlamento italiano. Per un discorso di natura etica. Chi riveste simili cariche, non deve essere rincorso dalla magistratura, perché tutta la sua attenzione si concentra in quest’aspetto, senza invece più contare e ricordarsi i motivi per cui era stato eletto dal popolo.

I sacrifici li facciamo tutti, ma intanto cominciamo a fare un ripulisti dell’apparato amministrativo che è diventato così elefantiaco, da non potercelo più permettere: quindi, riduzione dei costi della politica, riduzione dei parlamentari (ma negli Usa, quando dovrebbero essere gli amministratori?) e via di questo passo e creare nuove soluzioni, nuove opportunità per i nostri giovani il cui talento è dichiarato ma la considerazione che essi godono è davvero minima. Aspetto come i miei amici connazionali con trepidazione di ascoltare le parole del grande Padre della Repubblica; mi aspetto un discorso coraggioso in questi termini, come lo fece allora Pertini negli anni di Piombo dicendo alle superpotenze straniere di farla finita di alimentare la frangia della lotta armata in Italia. Da allora il periodo rivoluzionario delle lotta di classe armata contro i servitori dello Stato che in Francia si era consumato tutto con gli inizi degli anni Settanta, ebbe un tracollo fenomenale, decretando la sua fine. Occorre dare una svolta di questo tipo e dimostrare agli Italiani che anche il mondo della Politica fa i suoi sacrifici, cominciando a rinunciare alle ferie da trascorrere in qualche isole tropicale, al caldo.

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