Mondo cattolico e mondo protestante alla resa dei conti: e se mettessimo un Papa di nazionalità…

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Qualcuno ci ha già pensato. Non faccio, allora, che riprendere il filo del discorso, per svilupparlo ulteriormente. Si dice che ci sia una relazione fra il Papa che si è appena dimesso e che ha rinunciato al soglio pontificio e il tracotante potere che sta assumendo sempre di più la Germania nel contesto dell’Europa. Non si tratterebbe, dunque, soltanto di uno scontro di idee e di proponimenti di natura economica (spread e altri indicatori finanziari a parte), ma anche di credi religiosi. Di filosofie di natura mistica. O meglio di religioni. Da una parte la chiesa cattolica che sta attraversando la crisi più forte degli ultimi cinquecento anni; dall’altra la chiesa riformata, luterana, con tutto il suo entroterra che conosciamo. Cos’è, si attende la controriforma? Non è assolutamente proprio così: ma è certo che la crisi di questo secolo passa anche attraverso queste connotazioni di natura per così dire divina. Adesso si possono dare tutte le spiegazioni e interpretazioni possibili e immaginabili, ma due grandi colossi che si contendono il predominano sul mondo (la Chiesa cattolica romana e quella Protestante) si sono scontrati. Questa è una semplice constatazione. Due grandi poteri, due grandi visioni del mondo che sono arrivati alla resa dei conti, quando in gioco c’è il benessere del popolo. Un tempo si è già concluso e questo è andato appannaggio del continente europeo di nazionalità tedesca. Siamo costretti ad ammettere che, sul fronte della finanza, la Germania ha dettato nettamente legge. E come ha reagito l’Italia a questo attacco? Con il malgoverno; con la corruzione, con l’aggiotaggio; con l’arricchimento personale, sfruttando la contingenza particolare, per cui si è perso l’uso e il riferimento del bene comune: ognuno ha pensato a sé. ‘Che avvenga pure la fine del mondo -si è detto- Tanto io mi metto con le spalle al sicuro e al riparo a qualsiasi contro partita’. Nella crisi i pochi si sono arricchiti (e per fortuna molti sono pure finiti in carcere), la massa invece s’impoverisce ulteriormente. E quindi, se si pensa quale era il programma che papa Ratzinger si era dato con il suo apostolato (difendere l’Europa dagli attacchi che la pongono sotto assedio e far prevalere invece la fede in Cristo), dobbiamo ammettere che questo obiettivo non è stato affatto centrato. L’Europa continua a essere sotto scacco e la Cristianità in particolare è accerchiata. Occorre, con quello che inizierà la prossima settimana, un’inversione di tendenza; una iniezione di immediato riscatto che poggia sulla fiducia in forza della quale soltanto nel credere negli ideali che adesso ci appaiono calpestati da malgoverno, corruzione, ladrocini e ruberie varie, da questi possa arrivare la forza di alzare nuovamente la testa. In ragione di tutto questo, e nella convinzione che nel conclave opererà lo Spirito Santo, penso che il primo segnale della ripresa del nostro Paese arriverà con la proclamazione del successore del Papa Emerito che ha scelto il silenzio e la preghiera e che, in questa tornata, non può che essere un italiano.

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