Ma le riforme tante volte sbandierate e promesse quando partono?

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Una cosa mi è piaciuta di Renzi detta dal palco di Genova: basta seguire gli umori del Pdl. Basta tallonare così da vicino Berlusconi che è impegnato a risolvere i suoi problemi con la Giustizia: sono tutte vicende che dovrebbero interessare lui e non notizie con cui aprire da giorni e settimane i tg e le prime pagine dei quotidiani. E in un certo senso ha ragione. Diciamolo con franchezza: questa storia ci ha ammorbato l’estate! Occupare intere serate per parlare di Berlusconi e se il governo Letta cade oppure no,  è una circostanza che è arrivata al limite della sopportazione umana. E dove stanno i problemi? I programmi di cui si era detto pronto il Governo a varare? Non se ne sa più nulla. Ma non ci eravamo lasciati con gli impegni delle Riforme? Con la diminuzione dei Parlamentari? Dato che si parlava di contenere le spese? Letta, quest’estate aveva detto: “Non possiamo mettere le mani sul numero dei parlamentari, perché così prevede la Costituzione”, come per dire che se si voleva diminuire la casta c’era bisogno di mettere mano alla Costituzione e questo comportava un voto del Parlamento. Senza volerlo, il Presidente del Consiglio ha messo le mani sul problema per eccellenza. Cioè sul fatto che occorre rivedere la Legge, se questa non è considerata valida, dalle circostanze attuali. Si deve, quando il pasticcio è così palese. E ieri stavo leggendo proprio la notizia della pensione dell’onorevole Sergio D’Antoni, segretario nazionale della Cisl che è andato in pensione con un assegno mensile che supera i cinque mila euro, in qualità di professore universitario. Dall’articolo apprendevo che non c’è in Italia uno studente che abbia seguito le lezioni universitarie del professore. Di più. Visto che all’età di 55 anni si è collocato a riposo con una simile cifretta mensile, significa che ha alle spalle circa quarant’anni di servizio; ma cosa ha fatto? Ha cominciato quando aveva quindici anni? L’interessato si difende dicendo che non ha fatto altro che applicare la legge: quindi il nostro ex sindacalista ha usufruito dei benefici previsti dalla legge e ha raggiunto il meritato riposo. E qui sta il nodo ella questione: perché ci deve essere nella normativa queste incredibile discrepanze con la Ragione, con il Buonsenso che pare non stia più di casa a Montecitorio? Allora ecco l’invito che rivolgiamo da questo umile pulpito ai nostri Governanti e a tutti coloro che hanno in mano i maggiori mass media nazionali. Lasciamo perdere Berlusconi, lascio molo ala sua grande passione calcistica e occupiamoci di cose nostre e cerchiamo di dare gambe alle promesse che sono state fatte in campagna elettorale, come si è riusciti a non far pagare la tassa dell’Imu. Guardiamo anche agli altri obiettivi e il peso della crisi cerchiamo di portarcelo un po’ tutti sulle spalle e non solo e unicamente una unica classe sociale.

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